Da sempre le aziende che operano in Italia per la produzione di latte fresco utilizzano latte nazionale, con il ritiro di 550 milioni di litri l’anno. Il 100% del latte fresco è quindi italiano e confezionato solitamente entro 24 ore dalla mungitura. Per questo viene acquistato vicino agli stabilimenti di confezionamento. Diversa è la situazione per il latte a lunga conservazione (UHT) che proviene anche da altri Paesi. In Italia abbiamo soltanto circa 3.000 stalle; essendo la produzione nazionale insufficiente e per fare fronte alle richieste dei consumatori italiani, siamo costretti ad acquistarlo dall’estero ed in particolare da altri Paesi dell’UE a grande tradizione lattiero-casearia come Francia, Germania, Austria, Slovenia.
In questi Paesi vengono seguite regole di produzione identiche a quelle italiane; quindi per quanto riguarda la sicurezza alimentare possiamo stare tranquilli. A maggiore tutela della nostra salute le singole aziende attuano dei sistemi rigorosi di autocontrollo. Si stima che ognuna delle grandi aziende lattiero casearie effettua un numero di analisi dell’ordine del milione ogni anno.
La priorità è comunque quella di offrire ai consumatori prodotti di qualità e sicurezza eccellenti e quindi sia la materia prima che i derivati sono sottoposti ad un controllo costante lungo tutta la filiera di produzione. Un dato da sottolineare è che meno del 10% del latte munto in Italia viene poi venduto come fresco. Il resto viene destinato ad altre produzioni lattiero-casearie ed in particolare ai formaggi tipici del nostro territorio.
Da più parti viene richiesto di indicare chiaramente nelle etichette dei prodottoti lattiero caseari l’origine del latte. In realtà sulle confezioni del latte fresco è espressamente indicata, come previsto dalla legge, la provenienza del latte che, nel caso dei più importanti produttori, è 100% italiano. Le stesse aziende credono molto nella produzione italiana, sulla quale continuano a investire.
Sul web di tanto in tanto compare la notizia dell’importazione di latte cinese da parte delle nostre aziende lattiero casearie. Si tratta di una informazione destituita di ogni fondamento sia perché la produzione dei cinesi è forse anche insufficiente per i consumi locali, sia perché trasportare il latte dalla Cina in Italia comporterebbe dei costi insostenibili.
Altra domanda che viene fatta è se il latte fresco è fatto in modo diverso tra i produttori locali e le grandi aziende. In realtà
I processi di produzione del latte fresco, in primis la pastorizzazione, sono normati e uniformi per tutti i produttori di latte, indipendentemente dalla dimensione aziendale. Pertanto, a parità di denominazione di legge, non vi può essere una differenza di standard di prodotto.
Un dubbio molto diffuso è che il latte in cartone, quando non è venduto dopo un determinato termine di tempo viene rispedito in fabbrica per essere pastorizzato un’altra volta e che questo è indicato da un codice sulla confezione. Si tratta di una bufala mediatica che corre sul web da anni anche se è stata più volte smentita fa fonti autorevoli.
Nelle bottiglie di latte fresco c’è solo latte e di ottima qualità nutrizionale ed igienico-sanitaria. Per garantire questi requisiti i controlli sono severi in ogni fase della produzione. Le mucche sono sottoposte ad un costante controllo sanitario per escludere che ci sia del latte prodotto da animali ammalati. Il latte viene poi controllato quando arriva negli stabilimenti di produzione per essere certi del suo valore nutrizionale ed anche dell’assenza di contaminanti potenzialmente pericolosi. Si tratta di controlli fatti di routine che consentono di escludere ogni pericolo per i consumatori.
Particolare attenzione viene dedicata al packaging con la costante ricerca di contenitori riciclabili e quindi sicuri anche per l’ambiente.
Entrando nei dettagli dei controlli, ogni autocisterna di latte che arriva allo stabilimento viene sottoposta a circa 15 analisi. Ricevendo in media circa 30 autocisterne al giorno, il numero di controlli giornaliero al ricevimento latte è di circa 450.
Circa 1200 analisi vengono effettuate nelle fasi di preparazione-trattamento termico-confezionamento del prodotto.
Circa 150 analisi sono effettuate per giorno di produzione per la valutazione organolettica nel tempo.
Circa 1600 analisi vengono effettuate ogni giorno per la sicurezza microbiologica del prodotto.