Caffè cancerogeno?
Esiste un continuo aggiornamento sull’elenco degli alimenti pericolosi (o forse meglio dire potenzialmente pericolosi) e l’ultimo in ordine di tempo ad assurgere agli onori della cronaca è il caffè. Probabilmente tutti sanno che la bevanda si ottiene per infusione o estrazione dai semi di una pianta tropicale appartenente alla famiglia delle Rubiacee (vedi voce caffè sul blog) e che il suo valore dipende dal contenuto in caffeina. I semi del caffè, prima di essere macinati e utilizzati per ottenere la bevanda, vengono sottoposti a “tostatura”, ovvero un trattamento termico che porta alla quasi “carbonizzazione” dei chicchi che prima di questo processo sono di colore bianco giallastro.
La tostatura “esalta” le qualità organolettiche del caffè, ma comporta anche la formazione di numerose sostanze chimiche tra le quali anche gli Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di cui sono riconosciute attività cancerogene.
Si tratta delle stesse sostanze che si formano negli alimenti durante la cottura alla brace o nei forni a legna quando avviene un contatto diretto con la fiamma.
Si tratta di fenomeni ben conosciuti che comunque dovranno essere approfonditi e valutati dallo IARC .
Forse è bene cominciare a rendersi conto che non esistono alimenti con rischio “zero”. Si tratta di imparare a conoscere i pericoli e quindi a “gestire” meglio quello che mangiamo. Dimentichiamo spesso gli avvertimenti che provengono dalle Autorità Sanitarie e ci affidiamo ai pareri di esperti più o meno qualificati. In alimentazione non esistono i “tuttologi” e quindi bisogna saper pesare quello che ci viene propinato dai vari esperti, scienziati o meno, attraverso i media. Lo spettacolo (o meglio lo scherzo) è bello se dura poco.
Tornando al caffè non si può ignorare la presenza di sostanze potenzialmente pericolose, ma una loro demonizzazione non aiuta nessuno e serve soltanto a creare un clima di “terrorismo mediatico” che verrà spazzato via da un altro allarme che potrebbe essere lanciato quanto prima.