Il coniglio domestico (Oryctolagus cuniculus) è un mammifero che appartiene all’ordine dei Lagomorfi, famiglia leporidi. Ne esistono molte razze di taglia piccola, media e gigante. Nel nostro Paese esiste una forte tradizione per il suo allevamento soprattutto domestico e rurale ed è di scarso impatto ambientale. Ciò è dovuto al fatto che il coniglio è molto prolifico, ha poche esigenze alimentari e produce dell’ottima carne a costi contenuti. Una sola fattrice in un anno può produrre una trentina di animali. Il suo periodo di accrescimento, anche in condizioni di allevamento tradizionale , molto rapido e può essere macellato intorno ai tre mesi.
Il successo del coniglio negli allevamenti tradizionali è anche dovuto alle caratteristiche fisiologiche del suo apparato digerente. Si tratta infatti di un erbivoro e la sua alimentazione ha costi molto contenuti. Negli allevamenti rurali sono infatti facilmente disponibili foraggi freschi e/o essiccati come pure frutta e verdura di scarto. Questo tipo di alimentazione, molto simile a quella dei ruminanti, è possibile grazie alla particolare conformazione dell’intestino dove è presente il “ceco” molto sviluppato.
Il ceco si comporta da “serbatoio” degli alimenti, dove analogamente a quello che avviene negli stomaci dei ruminanti, è presente una flora batterica in grado di “degradare” i carboidrati complessi come la cellulosa e addirittura la lignina trasformandoli in un prodotto di ottimo valore nutrizionale che prende il nome di “cecotrofo”. Quest’ultimo viene espulso per via rettale e immediatamente “mangiato” dal coniglio . Questa operazione avviene generalmente nelle ore notturne. Una caratteristica particolare del coniglio è l’accrescimento costante dei denti incisivi; per evitare uno sviluppo anomalo, è necessario fornire ai conigli pezzetti di legno o rami secchi che consentono di consumare i denti.
Anche se pochi ne parlano, la carne di coniglio è un componente fondamentale della “vera” dieta mediterranea; infatti insieme alla cacciagione e ai volatili, è stata una importante fonte di proteine di origine animale per le popolazioni rurali che certo non avevano i mezzi per acquistare la carne bovina. Peraltro la carne di coniglio, classificata come “carne bianca” ha un eccellente valore nutrizionale ed è anche relativamente povera di colesterolo.
Alcuni considerano il coniglio come animale da “affezione” e addirittura stanno conducendo battaglie per proibirne il consumo alimentare. Si tratta di iniziative a forte contenuto ideologico che però non trovano riscontro nella tradizione alimentare del nostro Paese.
E’ invece molto utile informare correttamente i cittadini della importanza nutrizionale e della sicurezza delle carni di coniglio la cui produzione, dettaglio da non trascurare, è prevalentemente nazionale e non ci costringe a costose importazioni come avviene per altre carni.