In un recente convegno che si è tenuto al CREA a Roma, e nel quale sono stato invitato a illustrare la posizione dell’Unione Nazionale Consumatori, è stato dato ampio spazio alla discussione sulla carne sintetica.
L’attenzione è stata focalizzata sulle fonti alimentari proteiche alternative. C’è da dire che la popolazione mondiale ha raggiunto ormai il numero di otto miliardi e si prevede che in tempi non troppo lunghi si arrivierà a 10 miliardi.
Il problema che si presenta è dunque quello di riuscire a sfamare tutti e soprattutto fornire proteine di ottimo valore nutrizionale alternative a quelle presenti negli alimenti di origine animali (carne, latte, uova) di cui per il futuro se ne prevede una carenza.
Infatti gli allevamenti zootecnici, ritenuti peraltro da molti non ecosostenibili, in un futuro potrebbero non riuscire a fare fronte alle esigenze alimentari umane.
La sicurezza delle carni alternative
La sicurezza di alcune alternative (surrogati vegetali della carne o dei prodotti lattiero caseari, alcuni insetti, alcune biomasse di microrganismi e alghe) è già stata valutata positivamente e alcune sono già in commercio. Per questi prodotti sono stati rilevati alcuni problemi che vanno dal minore valore nutrizionale della proteine vegetale alla “diffidenza” dei consumatori nei confronti degli insetti e delle biomasse microbiche.
Cos’è la carne sintetitca
Per quanto riguarda la carne sintetica, la tecnica di produzione è relativamente semplice e consiste nel coltivare in vitro delle cellule staminali prelevate dai feti degli animali. Queste cellule hanno la possibilità di svilupparsi piuttosto velocemente e di “differenziarsi” in cellule e tessuti muscolari. Ovviamente la “produttività” di questo sistema è connessa al tipo di substrato che si utilizza (es. siero di sangue o soluzioni analoghe), sali minerali, vitamine e altre sostanze, compresi antibiotici e ormoni, in grado di favorire la crescita delle cellule staminali.
Il tutto avviene in “bioreattori” dedicati in cui le condizioni microclimatiche sono rigidamente controllate.
Quando lo strato di tessuto muscolare sintetico ha raggiunto la sua maturazione, viene raccolto per farne una biomassa per essere lavorata e trasformata in vari prodotti carnei sotto forma di polpette, bistecche, hamburger, ecc.
Dalla semplice coltivazione delle cellule staminali si ottiene una biomassa di tipo proteico in cui i grassi, le sostanze liposolubuli e alcune vitamine sono praticamente assenti. Per ottenere un prodotto il più simile possibile alla carne è necessario migliorare le tecniche di produzione o, più semplicemente, lavorare sulla biomassa integrandola con i nutrienti mancanti. E’ anche necessario aggiungere degli additivi alimentari per conferire al prodotto finito la giusta consistenza, il sapore, l’odore e i colore che lo renda il più possibile simile alla carne “convenzionale” o addirittura renderlo più gradevole.
Tutte le sostanze utilizzate per lo sviluppo delle cellule e/o per la lavorazione della biomassa debbono rispondere a criteri di sicurezza alimentare e i prodotti finiti debbono essere salubri.
Alcuni pareri sulla carne sintetica
Sono in molti a ritenere che l’avvento della carne sintetica può comportare una riduzione degli animali allevati (soprattutto bovini) e di conseguenza una riduzione della produzione di gas serra. Non si sa però quanta energia serve per coltivare la carne sintetica e quanta anidride carbonica verrà prodotta dagli impianti.
Le organizzazioni animaliste, e i vegetariani, sono convinti che con la produzione di carne sintetica si evitino sofferenze agli animali. Però non si sa ancora quanti saranno i feti a dovere essere sacrificati e anche se sarà necessario utilizzare il siero del sangue degli animali.
L’uso di carne sintetica nel mondo
Negli USA e a Singapore sono già in vendita degli alimenti costituiti da carne sintetica. Nell’UE ancora no: la sua eventuale utilizzazione e commercializzazione è comunque subordinata a una valutazione scientifica della sicurezza da parte dell’EFSA (Autorità Alimentare Europea) e ad una autorizzazione rilasciata dalle competenti Autorità dell’UE che, con ogni probabilità, dovranno anche acquisire il parere del Parlamento Europeo.
La posizione dell’UNC
Al momento attuale la posizione dell’UNC è quella di acquisire le informazioni scientifiche disponibili in merito alla sicurezza, alla qualità e anche ai costi delle carni sintetiche, come pure al loro impatto ambientale in paragone agli allevamenti animali. Ovviamente si seguiranno con attenzione gli eventuali lavori di valutazione dell’EFSA e, ove possibile, si contribuirà alla discussione con un proprio parere.
In definitiva si rimane in attesa. Si ritiene che gli studi scientifici debbano proseguire, ma prima di passare a una utilizzazione pratica delle carni sintetiche, dovrà esserci un reale coinvolgimento dei cittadini che dovranno essere informati in modo dettagliato sui benefici, ma anche sui pericoli che questi alimenti possono comportare.
Insomma, non esiste la disponibilità di accettare questi alimenti a “scatola chiusa”, ogni decisione potrà essere presa soltanto se condivisa consapevolmente dai cittadini.