I cracker sono una derivazione della “galletta” ovvero del prodotto da forno inventato dagli antichi romani per sfamare le truppe e che ha fatto parte della alimentazione dei militari impegnati in azioni belliche fino ai nostri giorni. Essa ha il pregio di essere un alimento poco ingombrante e che si conserva con relativa facilità per parecchio tempo.
L’occasione per parlare di cracker ci è stata data da una persona che si è rivota all’UNC per chiedere spiegazioni sulla etichetta del cracker con farina di riso e farina di malto d’orzo. Sulla etichetta sono riportati i costituenti e per alcuni di essi (farina di frumento, farina di riso farina di malto di orzo) sono riportate le percentuali. Facendo la somma dei soli tre costituenti si supera il 100 % senza contare gli altri costituenti che, anche se in quantità minori, vanno a incrementare la percentuale. La farina di riso e quella di malto d’orzo seno una parte relativamente modesta (circa il 16 % ) di questi cracker, ma la loro presenza viene magnificata nella etichetta.
La magnificazione delle peculiarità dei singoli craker è molto diffusa nelle indicazioni accessorie in etichetta: troviamo quelli biologici, gli integrali, ai legumi, con la chia , il sesamo, il grano karasau, con sale e senza sale, ecc,. Dobbiamo comunque ricordare che l’ingrediente di base dei crackers è la farina di frumento e che tra gli ingredienti i grassi sono una componente fondamentale della ricetta e che contribuiscono in modo determinante alla loro gradevolezza.
Inoltre è presente il sale in quantità variabile a secondo dei prodotti, ma non molto raccomandabile per le persone che soffrono di disturbi cardiocircolatori. Infine sono presenti anche additivi alimentari
Si utilizzano grassi animali come lo strutto o vegetali (girasole, palma, ecc.). Anche se nell’immaginario collettivo si demonizzano alcuni grassi (animali e palma) e si esaltano altri oli vegetali (girasole, mais, ecc.) per quanto riguarda il valore calorico cambia molto poco.
Infatti se leggiamo attentamente le etichette nutrizionali scopriremo che i craker hanno un contenuto calorico che normalmente si aggira sopra le 400 kcalorie per 100 grammi.
Ovviamente anche quelli che vantano leggerezza e virtù dietetiche sono altrettanto “calorici”.
Non sono pochi coloro che ritengono i cracker una valida alternativa “salutare” rispetto al pane. Dobbiamo considerare che il pane classico si ottiene con farina di frumento, acqua, lievito e sale. Esiste però anche pane senza sale. Il valore calorico del pane “classico” è di circa 270 kcalorie per 100 grammi ed è dovuto esclusivamente ai nutrienti presenti nella farina di frumento. Esistono poi numerosi pani speciali che contengono diversi ingredienti e ovviamente il valore nutrizionale e calorico può cambiare sensibilmente.
Come accennato è molto diffusa l’opinione che il consumo dei crackers non comporta particolari problemi dietetici e li assumiamo nei ristoranti in attesa delle portate, li mangiamo in sostituzione del pane e anche come snack durante la giornata. Dobbiamo sempre ricordare che se durante il giorno ne consumiamo 100 grammi, finiamo con l’assumere circa 400 kcalorie insieme a una discreta quantità di sale.
Non è neanche corretto pensare che sostituendo il pane con i cracker riduciamo il consumo calorico, anzi potremmo addirittura incrementarlo.
Il suggerimento è di consumare i cracker con moderazione controllando magari nelle etichette il valore calorico e anche le quantità di sale. E’ infine opportuno controllare la lista degli ingredienti quando viene magnificata la presenza di un componente. Ricordiamo che nelle etichette i componenti sono riportati in ordine decrescente a cominciare da quello presente in quantità maggiore e che non è obbligatorio indicare le percentuali. Quelli che si trovano in quarta o quinta posizione sono presenti in quantità generalmente modesta anche se l’indicazione accessoria riportata sulla confezione ne sottolinea e ne esalta la presenza.
In definitiva tutti i cracker sono degli ottimi alimenti da consumare con moderazione senza farsi ingannare da mirabolanti e forse inesistenti benefici presentati dai messaggi pubblicitari.