Epatite virale: come prevenirla
L’epatite virale è una malattia molto temuta in quanto colpisce il fegato e può avere degli esiti anche molto gravi che vanno dalla cirrosi fino a forme tumorali. Esistono diverse forme della malattia provocate da tre diversi ceppi di virus che si differenziano tra loro oltre che per la struttura, anche per le modalità di trasmissione. L’epatite A si può contrarre per via oro fecale, ovvero ingerendo il virus tramite alimenti contaminati all’origine oppure toccandoli con strumenti o le mani infette.
Le epatiti B e C invece si possono contrarre con l’introduzione diretta del virus attraverso ferite cutanee, iniezioni con strumenti infetti, rapporti sessuali.
L’epatite A, come dimostra il caso recente di persone che si sono ammalate consumando frutti di bosco surgelati di importazione da paesi dell’Est europeo o dal Nord Europa, è ancora abbastanza diffusa. Gli alimenti maggiormente a rischio sono i frutti di mare “crudi” di dubbia provenienza e non sottoposti alla prescritta “depurazione” e ai relativi controlli, ma in condizioni di scarse condizioni igieniche anche altri alimenti possono essere contaminati. Fortunatamente sembra che l’attenzione dei cittadini sia aumentata e che ci sia un maggiore rispetto delle norme igieniche sia a livello domestico che nella ristorazione collettiva. In Italia tali strutture hanno l’obbligo di seguire delle procedure di autocontrollo (denominate HACCP) che sono state implementate proprio per prevenire le tossinfezioni alimentari.
Esiste poi la possibilità di vaccinarsi e quindi i casi di Epatite A sono diminuiti.
Un problema potrebbe essere rappresentato dai viaggio all’estero in paesi in cui le condizioni igieniche non sono ottimali. In questi casi una buona precauzione è quella di vaccinarsi prima del viaggio e ovviamente adottare misure igieniche prudenziali.
Per l’epatite B esiste un vaccino che consente di attuare una buona prevenzione e la sua diffusione sembra essere piuttosto contenuta.
Per quanto riguarda invece l’epatite virale C è stato segnalato che nel nostro Paese ci sono 1,6 milioni di persone ammalate (il 3% della popolazione) anche se non sempre manifestano segni clinici evidenti. Questo dato è molto preoccupante e il nostro Paese è in testa tra i paesi dell’Unione Europea come percentuale di persone colpite. Dare una spiegazione del fenomeno non è facile. Si deve però ritenere che non ci sia molta attenzione nel prendere precauzioni nei comportamenti a rischio. Inoltre, almeno per il momento, non esiste un vaccino in grado di prevenire questa forma di epatite.
Proprio in considerazione della gravità della situazione, si ritiene utile raccomandare di fare molta attenzione nel rispetto delle norme igieniche nell’alimentazione per la prevenzione della epatite A.
Per prevenire le epatiti B e C è di fondamentale importanza evitare comportamenti a rischio. Tra questi si segnala di evitare l’uso comune di siringhe, nei casi di rapporti sessuali con partner occasionali adottare adeguate protezioni. Veicoli del virus potrebbero essere anche strumenti non sterilizzati impiegati in odontoiatria, nelle strutture in cui si cura l’igiene personale (pedicure, manicure, barbieri, ecc.) e nelle strutture in cui vengono applicati i piercing o si fanno tatuaggi.
Chi dovesse trovarsi nella situazione di avere un trattamento tra quelli sopra elencati o simili, è necessario richieda esplicitamente che le strumentazioni utilizzate siano adeguatamente sterilizzate o che vengano impiegati materiali monouso. Anche se l’epatite fortunatamente non sempre decorre in modo molto grave, si deve infatti ricordare che si può divenire portatori sani del virus ed essere un pericoloso serbatoio per gli altri, inclusi i propri familiari.
Informazioni dettagliate sulle misure di prevenzione sono disponibili sul sito del Ministero della Salute alla voce “Epatiti virali”, scaricabile da qui.
Autore: Agostino Macrì