L’eritritolo è un additivo alimentare dolcificante classificato con la sigla E968.
I dolcificanti sono dei validi sostituti degli zuccheri in quanto garantiscono il sapore dolce agli alimenti e/o le bevande e hanno un basso o nullo valore calorico; sono quindi indicati per le persone che hanno problemi di peso. Inoltre non influenzano la produzione di insulina e sono indicati nell’alimentazione delle persone diabetiche.
Si tratta di sostanze ottenute da sintesi chimiche, naturali oppure da processi fermentativi. Leggi anche “Dolcificanti non calorici: pregi e difetti”
La sicurezza dei dolcificanti
La sicurezza dei dolcificanti è costantemente oggetto di studio e la loro conoscenza diviene sempre più approfondita. Tra i tanti studi ne ricordiamo uno di alcuni ricercatori israeliani (Nature 2014 , 514, 181 – 186) che ha messo in dubbio l’efficacia dell’aspartame, del sucralosio e della saccarina per controllare la glicemia. In precedenza la saccarina, il ciclammato l’acesulfame, l’aspartame a seguito di alcuni studi sono stati sospettati di provocare dei tumori. Tutti gli studi sono stati oggetto di valutazione e non hanno comportato divieti di consumo di dolcificanti, ma soltanto la definizione di dosi accettabili giornaliere.
Ma conosciamo più da vicino l’eritritolo.
Uno studio molto recente pubblicato su Nature Medicine associa alcuni danni cardiovascolari al consumo di eritritolo. Si tratta di risultati ottenuti da studi osservazionali su persone affetti da obesità e altre malattie metaboliche che consumavano abitualmente l’eritritolo. Alcuni ne hanno assunto dosi anche superiori di dieci volte quelle normalmente consumate.
L’eritrotolo, come anticipato, è un additivo alimentare dolcificante classificato con la sigla E968. Si tratta di un polialcole che si trova anche in natura in piccole quantità nella frutta matura e in particolare nei meloni, le pere, l’uva. Si trova anche negli alimenti fermentati quali il vino e i formaggi.
Quello che troviamo in commercio è un prodotto derivante da biotecnologie e si ottiene dalla fermentazione di amidi e/o zuccheri semplici ad opera di alcuni lieviti.
Ha un potere dolcificante pari a circa il 60-70% del normale saccarosio e quindi la quantità da impiegare per avere la stessa “dolcezza” è superiore a quella del normale zucchero.
Ha però un valore calorico molto basso (circa 20 calorie per ogni 100 grammi) e pertanto, come è stato accennato, si presta ad essere utilizzato nelle diete delle persone che hanno problemi di peso.
Viene in gran parte assorbito a livello intestinale e gli sono attribuite delle proprietà antiossidanti e anche un’azione protettrice sui vasi sanguigni. Viene escreto per via renale.
I polioli tendono a depositarsi nell’intestino dove vengono attaccati dalla flora batterica che li utilizza come substrato per la loro crescita. Il risultato è la formazione di gas (soprattutto anidride carbonica) che si accumula provocando un rigonfiamento dell’intestino e quindi flatulenza. Questo fenomeno non si verifica con l’eritritolo perché viene assorbito e non si deposita nel tratto intestinale. Tuttavia se si assume molto eritritolo potrebbe non essere assorbito e quindi provocare flatulenza.
Come si utilizza l’eritritolo
Da un punto di vista tecnologico viene utilizzato nella produzione di molti alimenti e bevande cui conferisce, oltre che il sapore dolce, una buona gradevolezza particolarmente apprezzata in alcune bibite. Si trova in commercio come prodotto alternativo allo zucchero e il suo costo si aggira intorno ai 10 euro il Kg; può essere utilizzato per la produzione di dolci anche a livello domestico. Avendo un potere dolcificante inferiore allo zucchero “normale”, per avere la stessa “dolcezza” bisogna utilizzarne quantità maggiori e quindi modificare le ricette. In alternativa ci si deve abituare a consumare alimenti meno dolci.
Cosa ci dicono i risultati dello studio pubblicati su Nature Medicine
I risultati dello studio pubblicati su Nature Medicine sono dei dati scientifici che debbono essere attentamente valutati e che allo stato attuale non sembrano consentire di trarre conclusioni certe e in particolare capire se è possibile definire una dose accettabile giornaliera di consumo di eritritolo.
Tali risultati sembrano smentire le informazioni riportate in precedenza in cui, come è stato accennato, l’eritritolo avrebbe una attività “protettrice” sui vasi sanguigni.
La valutazione dei rischi è di competenza di esperti indipendenti di comprovata professionalità come quelli dell’EFSA (Autorità Alimentare Europea). Interpretazioni “rassicuranti” o, al contrario ”catastrofiche” proprie di “pseudoesperti” servono soltanto a creare confusione.
Bisogna infatti considerare che ogni sostanza, se assunta in quantità inadeguata, può risultare nociva. Questo vale anche per sostanze indispensabili per la nostra vita come ad esempio il sale (cloruro di sodio) o alcune vitamine.
Il recente lavoro sull’eritritolo è sicuramente a conoscenza della Commissione dell’Unione Europea e dell’EFSA e se si ravviseranno pericoli reali per i cittadini verranno adottate delle misure precauzionali.
E noi nel frattempo cosa dobbiamo fare?
Come detto l’eritritolo è una sostanza naturale che troviamo normalmente nei nostri alimenti per cui l’uso come dolcificante non risulta essere pericoloso. Eventuali danni potrebbero derivare dall’assunzione di quantità elevate che, tra l’altro, sono causa di disturbi intestinali e quindi generalmente c’è un’autolimitazione nei consumi.
Non bisogna quindi evitare il consumo di eritritolo, ma soltanto, prudenzialmente, prestare attenzione a non eccedere.