La antibioticoresistenza è il fenomeno per cui i batteri diventano insensibili all’azione dei farmaci antibatterici (non solo antibiotici, ma anche sulfamidici, chinoloni, furani, e addirittura anche i comuni disinfettanti). La conseguenza è che se si contrae una malattia provocata da un batterio farmacoresistente si corre il rischio di non potersi curare in modo adeguato. Il Ministero della Salute ha pubblicato un importante e complesso documento in cui ha fatto il punto della situazione e ha illustrato il programma di contrasto alla farmacoresistenza.
I punti salienti sono:
- i batteri farmacoresistenti sono anche presenti naturalmente e i trattamenti antibiotici contribuiscono a farli prevalere sugli altri.
- Nel nostro Paese circa la metà degli antibiotici vene usato in zootecnia.
- Esistono delle linee guida per gli allevatori per un uso corretto degli antibiotici cha hanno portato a una riduzione consistente del loro impiego.
- I pericoli prevalenti sono confinati all’interno degli allevamenti o alle aree circostanti. Minori sono quelli dovuti alla “contaminazione” degli alimenti di origine animale.
- I pericoli maggiori derivano dalle infezioni correlate all’assistenza diretta alle persone ammalate (ICA), ovvero all’uso non corretto di antibiotici nelle strutture ospedaliere o anche a livello domestico.
- E’ stato calcolato che in Europa le ICA provocano 16 milioni di giorni aggiuntivi di degenza ospedaliera con 37.000 decessi attribuibili direttamente alla farmacoresistenza. In 110.000 casi la farmacoresistenza è concausa di morte. I costi ammontano a circa 7 miliardi di euro.
- Le infezioni correlate all’ICA sono 6,3 per ogni 100 pazienti negli ospedali e soltanto 1 per ogni 100 pazienti a livello domestico.
- Un pericolo proviene dalle terapie antibiotiche non corrette negli animali domestici (cani e gatti in particolare).
- Infine esiste l’insidia dei disinfettanti ambientali o quelli presenti in alcuni prodotti di uso personale che avendo una bassa attività favoriscono lo sviluppo di batteri farmacoresistenti.
- Si deve aggiungere che l’OMS proprio in questi giorni ha comunicato che nel mondo almeno 500.000 persone sono colpite da malattie infettive sostenute da microrganismi farmacoresistenti.
I cittadini possono contribuire ad attenuare i pericoli adottando alcune misure precauzionali anche molto semplici:
- mantenere separati gli alimenti di origine animale (carne, latte e uova) da altri alimenti.
- Questi stessi alimenti è preferibile che siano consumati cotti. La cottura elimina tutti i microrganismi compresi quelli farmacoresistenti.
- Nelle strutture ospedaliere sia i pazienti sia i visitatori dovrebbero rispettare le misure igieniche come ad esempio lavarsi accuratamente le mani, cambiarsi gli indumenti soprattutto quelli intimi con regolarità, se si sternutisce portarsi le mani davanti alla bocca, ecc.
- Assumere antibiotici soltanto nei casi indicati dal medico ricordando che nelle malattie infettive virali (come l’influenza) non hanno alcuna efficacia. In ogni caso vanno scrupolosamente seguite le indicazioni del medico non interrompendo la terapia alla scomparsa dei sintomi.
- La somministrazione di antibiotici ai cani o ai gatti deve avvenire soltanto a seguito di una prescrizione del medico veterinario. I dosaggi debbono essere calibrati in base alla specie, la razza, il peso e soltanto le specialità medicinali veterinarie garantiscono l’efficacia e la sicurezza. Non somministrare specialità medicinali umane agli animali se non in casi eccezionali e comunque sotto uno stretto controllo veterinario.
- Non abusare di prodotti per l’igiene personale o della casa in cui genericamente si parla di attività “antisettica” o “disinfettante”. I principi attivi hanno una blanda attività antibiotica e possono favorire lo sviluppo di batteri farmacoresistenti.
Gli antibatterici, e più in generale i farmaci, sono dei formidabili strumenti per preservare la nostra salute e il nostro benessere. Dobbiamo però evitare abusi o modalità di uso non corretti seguendo le indicazioni fornite dai medici e dai veterinari, ma anche applicando misure igieniche che spesso sono soltanto dettate dal buon senso.