Gli alimenti contenenti caffeina creano problemi?
L’EFSA è stata chiamata a esprimere una opinione sugli effetti provocati sull’organismo umano dalla caffeina assunta per via alimentare. Dal lavoro svolto dagli esperti è scaturito un importante documento che è ancora provvisorio; infatti prima di renderlo definitivo l’EFSA intende integrarlo con gli eventuali commenti e osservazioni che potranno pervenire delle varie parti interessate (istituzioni pubbliche, organizzazioni private e anche semplici cittadini).
Non tenendo conto della provvisorietà del documento e della sua complessità, è stato dato ampio risalto soprattutto alla parte in cui si dice che il consumo quotidiano di 200 mg di caffeina, corrispondente a due, tre tazze di caffè al giorno può avere effetti positivi. In buona sostanza ai cittadini è stato detto che un modico consumo di caffè non fa male e può apportare dei benefici.
In realtà l’EFSA ha preso in considerazione i vari aspetti relativi ai “claims” che attribuiscono all’assunzione di caffeina la proprietà di favorire il dimagrimento oltre che avere un effetto positivo sul sistema nervoso.
In particolare gli aspetti considerati sono stati
1) incremento delle attività ossidative dell’organismo e conseguente diminuzione di grasso corporeo
2) incremento del consumo energetico e conseguente diminuzione di peso
3) miglioramento del livello cognitivo
4) incremento del livello di attenzione.
Il Panel di esperti che ha esaminato la documentazione scientifica disponibile, è giunto alla conclusione che non esistono informazioni sufficienti per dimostrare gli effetti sul calo del peso e la riduzione dei grassi.
Esistono invece dati sufficienti a dimostrare che l’assunzione di caffeina produce effetti positivi sull’incremento dei livelli cognitivi e dell’attenzione e che per ottenere questi risultati è sufficiente una singola dose di 75 mg in una persona adulta e/o un totale di 200 mg al giorno.
Di particolare interesse sono le informazioni relative agli effetti sui bambini; è stato infatti dimostrato che una dose pari a 5 mg/kg di peso corporeo dà origine a problemi comportamentali e che non dovrebbe essere superata la dose di 3 mg/kg di peso corporeo. Prudenzialmente si suggerisce di evitare il consumo di alimenti contenenti caffeina.
Si tratta di un dato importante perché esistono degli alimenti che contengono caffeina e che vengono consumati senza averne la cognizione anche nella prima infanzia.
Un atteggiamento prudenziale dovrebbe essere tenuto anche dalle donne in gravidanza e in lattazione per evitare potenziali pericoli per il feto e/o i neonati.
L’Unione Nazionale Consumatori nell’apprezzare il pregevole lavoro svolto ha ritenuto di dover inviare all’EFSA la richiesta di approfondire alcuni aspetti che possono essere utili per un uso consapevole degli alimenti contenenti caffeina e in particolare:
a) se esistono effetti collaterali a carico di altri apparati e/o organi e se è il caso o meno di definire delle dose massime giornaliere raccomandabili in particolare nelle persone maggiormente sensibili (cardiopatici, persone con malattie nervose, ecc.) o addirittura sconsigliarne l’assunzione
b) se esistono informazioni sul passaggio attraverso la placenta al feto e se esiste la possibilità del passaggio nel latte. Queste informazioni sono molto importanti per dare delle raccomandazioni precise alle donne in gravidanza e in lattazione
c) se esistono informazioni sulla possibilità che venga indotta assuefazione al consumo di caffeina
d) se è possibile e opportuno indicare una quantità massima di caffeina che possa essere consumata giornalmente anche dalle persone in buone condizioni di salute.
La risposta ai chiarimenti richiesti potrà essere utile per fornire ai cittadini delle informazioni più accurate per un consumo consapevole di alimenti contenenti caffeina.
Si ritiene infine che, trattandosi di argomenti molto importanti per la salute, una maggiore prudenza nel trasferire le informazioni ai cittadini potrebbe essere utile per evitare la diffusione di false certezze, ma anche di inutili allarmismi.