Il mondo vegetale è una miniera di sostanze chimiche naturali che hanno precise funzioni fisiologiche e possiedono proprietà che, se adeguatamente sfruttate, sono molto utili all’uomo. Nelle varie parti della pianta, dalla radice al seme, possiamo trovare sostanze toniche, rilassanti, antimicrobiche, antipiretiche, diuretiche, cardiotoniche, espettoranti, digestive e tante altre con azioni benefiche e/o terapeutiche: si tratta dei cosiddetti “principi attivi”. Tra i principi attivi naturali sono però presenti anche dei potenti veleni come il cianuro, i veleni dei funghi, della cicuta, della mandragora, dell’oleandro ecc. Un discorso a parte meritano gli alcaloidi contenuti nel papavero che si possono estrarre come oppio. Purtroppo in questi casi si abusa delle importanti attività terapeutiche, impiegandole in modo improprio come stupefacenti.
È importante ricordare che la maggior parte dei farmaci, che ora si ottengono per sintesi in laboratorio, deriva dai rimedi vegetali. Pensiamo, ad esempio, all’aspirina: l’acido acetilsalicilico, in essa contenuto, è stato sintetizzato dopo aver scoperto l’uso tradizionale di due piante, ad azione antidolorifica e antinfiammatoria: la Regina dei Prati, o Spirea ulmaria e il Salice, Salix alba. Da qui il nome della molecola: “acido acetil-salicilico” e del farmaco “aspirina”: in entrambi i casi nel nome è presente il riferimento alla pianta. Questo è solo uno degli esempi che collegano la medicina tradizionale -e il mondo vegetale- a quello della moderna medicina di sintesi.
L’uso delle erbe medicinali per la cura di tutte le malattie si perde nella notte dei tempi: in ogni epoca c’è stata una figura di riferimento che fosse in grado di riconoscere, raccogliere, miscelare, preparare e somministrare i rimedi vegetali freschi o essiccati secondo il tipo di esigenza. In tempi più moderni, la cura con i “semplici” (le erbe medicinali) assume un carattere più scientifico, e inizia la definizione dei ruoli: perso il misticismo del “rito”, l’erborista si occupa di riconoscere, raccogliere e preparare per l’uso le piante benefiche da portare allo speziale (l’attuale farmacista), che le miscela su ricetta del medico. Ad oggi, l’erborista diplomato o laureato è, insieme al farmacista, la figura di riferimento per le Piante Officinali: secondo il decreto legislativo del 21 maggio 2018, spetta solo a queste due figure, avvezze da secoli alla manipolazione delle Erbe Medicinali, la formulazione, miscelazione e vendita delle tisane e delle erbe sfuse.
Ora lasciamo l’erborista e parliamo delle Erboristerie. È abbastanza curioso il fatto che la distribuzione di farmaci “moderni” possa avvenire soltanto tramite il farmacista professionista, ovvero una persona laureata in farmacia; al contrario, almeno in teoria chiunque può aprire un negozio di erboristeria e vendere i prodotti il cui uso improprio potrebbe causare dei danni. Proprio perché ricche di principi attivi, (gli stessi da cui sono stati ricavati molti farmaci), le Piante Officinali, in qualunque forma si trovino (erbe essiccate, estratti in gocce o in capsule, sciroppi ecc), possono avere effetti collaterali e possono interagire con i farmaci di sintesi. Pensiamo agli integratori alimentari, per i quali esiste un’etichetta e tutto sommato anche un “vaglio” da parte del Ministero della Salute che ne autorizza la vendita: queste formule miste e concentrate vanno sapute consigliare affinché il consumatore non incorra nel rischio di un’interazione con l’assunzione di farmaci, o ancor peggio, in indesiderati effetti collaterali.
È quindi importante affidarsi a chi conosce molto bene le erbe e i derivati, per avere un consiglio attento e professionale. Per le erbe, infatti, non abbiamo vincoli particolari negli acquisti: basti pensare alle tisane in filtri e anche ad alcuni integratori che si possono trovare sugli scaffali di tutti i supermercati. Allora diviene importante rivolgersi in erboristeria e trovare un professionista preparato che sia in grado di fornirci le informazioni corrette sulle modalità da seguire per ottenere i benefici dal consumo di prodotti erboristici.
Il consumatore attento, dovrebbe verificare se in erboristeria è presente un Erborista che ha frequentato gli specifici corsi universitari e acquisito il relativo vecchio diploma, o la moderna laurea. Questi professionisti sapranno dirci se è opportuno o meno usare la Rosa canina, l’Anice verde o l’Anice stellato, la Camomilla matricaria o quella romana… e altre erbe da sole o in associazione tra loro, e sapranno spiegare quali possono essere gli effetti collaterali di un loro uso superficiale non corredato del giusto consiglio.
Dalle erbe non possiamo aspettarci guarigioni miracolose, ma sicuramente dei buoni aiuti per migliorare il nostro benessere; è però importante farci guidare da persone esperte e non da rivenditori generici. Gli erboristi quindi non sono tutti uguali: scegliamo quelli “professionali”.