ICQRF: a difesa dei consumatori e del Made in Italy
L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), è una struttura centrale dello Stato che opera per reprimere e prevenire i reati di contraffazione e frodi alimentari lungo tutta la filiera di produzione. Ha anche il compito di vigilare sulle attività dei vari organi di certificazione dei prodotti biologici e di quelli tipici. È presente su tutto il territorio nazionale e si avvale di sei laboratori per effettuare le analisi sui campioni di alimenti prelevati durante le indagini. Nel 2013 ha effettuato oltre 36.000 controlli, per un totale di circa 55.000 prodotti controllati. I prodotti risultati irregolari sono stati il 8,9 %.L’ICQRF agisce prevalentemente su obiettivi definiti in precedenza, in base a un’approfondita analisi del rischio, su cui esiste qualche sospetto di attività non conformi alle norme di legge. Anche se il lavoro dell’ICQRF riguarda tutte le filiere di produzione degli alimenti, particolare attenzione viene dedicata al settore vinicolo ed a quello oleario. Infatti proprio i vini e gli oli di oliva sono tra i più soggetti a contraffazioni e frodi. Non sono infrequenti purtroppo i casi di false denominazione di origine e tipicità che comunque sono state scoperte e denunciate all’Autorità Giudiziaria.
Otre alla normale attività di sorveglianza sulle produzioni nazionali, l’ICQRF dedica una notevole quota del proprio potenziale di controllo alla verifica della qualità dei prodotti alimentari che vengono importati nel nostro Paese e che, purtroppo, sono in quantità crescente.
Il settore delle produzioni biologiche è particolarmente sensibile alle frodi che danneggiano non soltanto i consumatori, ma anche i produttori che si comportano correttamente. Le aumentate richieste di alimenti biologici e il loro maggiore prezzo rispetto agli alimenti convenzionali, hanno infatti “stimolato” il ricorso a tecniche di produzione non conformi; un aspetto particolarmente rilevante è il continuo aumento delle importazioni di questi alimenti. La verifica della conformità dei prodotti di importazione è particolarmente complessa anche perché è difficile accertare se nei Paesi di origine sono state correttamente seguite le norme previste nella UE e nel nostro Paese.
Recentemente attraverso importanti e complessi controlli è stato possibile bloccare delle partite di alimenti dichiarati come “biologici”, ma provenienti da coltivazioni convenzionali e probabilmente frutto di triangolazioni internazionali per celarne la reale origine. In pratica queste partite provenienti da Paesi terzi, venivano fatte entrare nella UE attraverso strutture portuali dove i controlli sono eseguiti in modo più blando rispetto all’Italia ed immediatamente etichettate come alimenti biologici “comunitari”. Per accertare gli illeciti è stato necessario anche attuare complesse collaborazioni con organi di controllo di altri Paesi.
Frequenti sono le lamentele provenienti da settori politici ed economici a causa degli abusi che vengono perpetrati in vari paesi del mondo con la denominazione di falso “Made in Italy” di vini, formaggi, paste, ecc. L’ICQRF, senza troppi clamori, si sta muovendo anche a livello internazionale eliminando dai mercati prodotti che di “Made in Italy”, hanno soltanto l’etichetta e spesso con nomi italiani distorti. Tra le tante “scoperte” si cita come esempio un aceto balsamico di Modena, chiaramente falsificato e commercializzato in Polonia.
L’ICQRF sta quindi svolgendo un’attività molto preziosa per i consumatori, ma anche con risvolti significativi nella tutela delle produzioni alimentari nazionali.
Un problema è rappresentato dalle risorse umane, strumentali e finanziarie che non sembrano essere sufficientemente adeguate. D’altra parte non si può dire che il nostro sistema di controlli pubblici, anche se fornisce ottime garanzie di qualità e sicurezza degli alimenti, brilli per organizzazione. Probabilmente se si riducessero le strutture “competenti” per i controlli, e si potenziassero quelle maggiormente utili ed efficienti come l’ICQRF per la qualità degli alimenti e quelle che fanno capo al Servizio Sanitario Nazionale (Servizi di prevenzione delle ASL), probabilmente si risparmierebbero molte risorse che potrebbero essere destinate anche a migliorare le prestazioni dei Laboratori dello stesso ICQRF e quelli degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. (Agostino Macrì)