La produzione del kiwi è ormai molto diffusa nel nostro Paese tanto che da costoso frutto esotico degli anni ’80, quando veniva importato dal continente australiano, è divenuto un alimento accessibile per tutti in quanto il suo costo è praticamente uguale a quello dell’altra frutta venduta in Italia. Si tratta di una pianta che si è ben adattata al nostro clima, è molto prolifica e, almeno per il momento, sembra essere resistente alle malattie. Queste sue proprietà sono state sfruttate ampiamente, tanto da soppiantare in molte zone la coltura della vite.
Va messo in evidenza il rapporto raccolto/ettaro che è particolarmente favorevole rispetto ad altre colture vegetali. Da un punto di vista nutrizionale è interessante notare che il kiwi ha un elevato contenuto di vitamina C anche rispetto alle arance che sono considerate il frutto “principe” per questa vitamina. Infatti in media il kiwi contiene 85 mg per 100 grammi, mentre l’arancia ne contiene “soltanto” 50 mg.
Per quanto riguarda invece la vitamina A la situazione è diversa perché nel kiwi è molto bassa a differenza delle arance dove la concentrazione è di circa 70 mg. In ogni caso il kiwi può essere considerato una “miniera” di antiossidanti e l’unica attenzione è quella di limitarne l’uso (due al giorno) perché un consumo eccessivo può avere effetto lassativo.
Infine si segnala che il kiwi raramente si trova “fresco” in quanto essendo facilmente deperibile viene raccolto quasi acerbo e fatto “maturare” nelle fasi della commercializzazione. La raccomandazione è quella di consumare il kiwi con tranquillità, ma con moderazione ed in associazione con altra frutta per evitare gli effetti lassativi.
Roma, 12 aprile 2012