Per prodotti ittici intendiamo:
- i pesci di acqua salata e dolce (merluzzi, triglie, sardine, trote, salmoni, ecc.)
- i molluschi cefalopodi senza conchiglia o con conchiglia interna (calamari, totani, seppie, polpi)
- I molluschi gasteropodi con conchiglia a una sola valva (lumaca di mare, patella)
- I molluschi lamellibranchi con due valve ( cozze, vongole, ostriche, telline, ecc.)
- I crostacei (aragoste, astici, gamberi, ecc,)
I prodotti ittici possono essere sia “selvaggi” ovvero prelevati direttamente dall’ambiente in cui vivono, oppure allevati in “cattività” in ambienti acquatici marini, fluviali o lacuali.
Le carni dei prodotti ittici possiedono ottime caratteristiche nutrizionali e i loro consumo è raccomandato nell’interno di una dieta “equilibrata” come fonte di proteine, lipidi polinsaturi, sali minerali e vitamine.
Si tratta di alimenti di relativa facile deperibilità e anche di differente valore economico; questo varia in funzione della più o meno facile reperibilità, se si tratta di prodotto pescato o allevato, dalle caratteristiche organolettiche qualitative e anche dalla facilità di cottura e di consumo.
I prodotti ittici debbono essere “etichettati”, ovvero al consumatore debbono essere fornite le informazioni sulla specie che acquista, sulla sua origine e le modalità di conservazione.
L’ampia varietà di prodotti ittici disponibili e il loro diverso valore economico, si presta ad alcune contraffazioni che possono trarre in inganno il consumatore facendogli pagare più del dovuto quello che acquista e in alcuni casi mettendo a repentaglio la salute.
Vediamo quali sono le più comuni contraffazioni.
- Sostituzione di specie. Vendere un pesce di minore valore economico per uno più pregiato come ad esempio una trancia di squalo per pesce spada, oppure filetto di pangasio per filetto di merluzzo.
- Contraffazione di prodotti ittici pregiati: Prodotti ittici prelibati come il caviale e l’aragosta, sono spesso bersaglio di contraffazione a causa del loro alto valore sul mercato. Questi prodotti possono essere falsificati e venduti come autentici a prezzi elevati.
- Gran parte del pesce venduto in Italia è di importazione e non tutti i mari ed i bacini di acqua dolce in cui vengono pescati i pesci sono completamente sicuri. La FAO ha suddiviso i mari in diverse zone geografiche e alcune, come ad esempio la zona 61 prospiciente il Giappone e la zona 31 davanti alle coste atlantiche del Messico sono ritenute meno sicure per la contaminazione da materiali radioattivi e da sostanze chimiche rispettivamente. La contraffazione potrebbe riguardare la mancata segnalazione in etichetta della zona di pesca; in questi casi è bene diffidare. Il problema può interessare i prodotti conservati come il tonno in scatola che viene pescato in diverse parti del mondo e non tutte sono completamente sicure.
- Pesce congelato venduto per fresco. E’ una contraffazione relativamente frequente soprattutto quando il pesce viene venduto in trance e non è possibile apprezzare il colore degli occhi e delle branchie e neanche la consistenza delle carni.
- Vendita di molluschi prelevati direttamente dal mare. Sono prodotti freschi, venduti allo stato sfuso, che possono nascondere delle insidie di contaminanti chimici e microbiologici. Quelli che troviamo in commercio sono stati sottoposti a “depurazioni” e confezionati in sacchetti etichettati e sono ovviamente sicuri.
- Alcuni additivi (in particolare nitriti e solfiti) hanno la capacità di migliorare l’aspetto dei prodotti ittici freschi. L’aggiunta illegale di tali sostanze può mascherare delle degradazioni che possono dare origine a sostanze come l’istamina in grado di provocare gravi intossicazioni. Tali contraffazioni possono verificarsi soprattutto da parte di venditori abusivi o pescatori di frodo che non riescono a smaltire rapidamente il pescato e per renderlo accettabile ricorrono all’uso di “conservanti” illegali.
- Alcuni pesci (spigole, orate, salmoni, trote) sono ormai in gran parte di allevamento. Si tratta di ottimi pesci, ma di costo nettamente inferiore a quello delle stesse specie pescate. Una contraffazione non troppo rara è quella di vendere il pesce di allevamento come se fosse “selvaggio” e quindi farlo pagare un prezzo più elevato. Per un consumatore poco esperto non è facile discriminare; in ogni caso è bene sapere che il salmone “rosa” e le trote sono praticamente tutte di allevamento. Le spigole e le orate allevate hanno una pezzatura uniforme.
- Per la pesca esistono alcune limitazioni. Ad esempio nel Mediterraneo in alcuni periodi dell’anno esistono del “fermi biologici” e alcune specie non possono essere pescate. Se qualche pesce viene comunque catturato i pescatori possono essere sanzionati e comunque non può essere venduto nei normali canali commerciali. La stessa cosa si può dire dei “datteri” di mare il cui prelievo è assolutamente proibito. I pescatori di frodo utilizzano canali illegali di vendita che non garantiscono la sicurezza dei prodotti. Infatti non sono rari i casi di intossicazioni, anche mortali, dovute al consumo di tonno rosso pescato illegalmente, mal conservato e comunque venduto al mercato nero.
Per proteggersi dalle contraffazioni dei prodotti ittici i cittadini dovrebbero sapere che quelli regolarmente in commercio (pescherie, mercati rionali, aree specializzate della grande distribuzione, sono sottoposti a rigorosi controlli pubblici che ne garantiscono la qualità e la sicurezza. Pertanto è bene diffidare da venditori improvvisati che no è raro trovare nei posti di mare.
Le Autorità che “sorvegliano” i prodotti ittici sono principalmente le Capitanerie di Porto e i Servizi Veterinari delle ASL. Nei casi di gravi infrazioni sesso intervengono anche i Carabinieri NAS.
Sono queste le strutture pubbliche a cui ci si può rivolgere in caso si rilevino delle infrazioni o anomalie.