Sempre più frequentemente si sente parlare di “One Health” (OH) che tradotto in italiano significa “Medicina Unica”, ma non tutti ne conoscono le finalità e l’importanza nella tutela della salute pubblica.
In termini estremamente sintetici si può dire che la OH si basa “sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente” (ISS, 2021).
Si tratta di una affermazione apparentemente semplice e logica che però non trova applicazione nella pratica.
Parlando di OH bisogna riferirsi agli stretti legami tra le diverse specie animali, alla necessità di raggiungere il benessere dell’uomo e delle altre specie animali, del mantenimento degli ecosistemi e della biodiversità.
Un argomento molto dibattuto riguarda la necessità di rendere “sostenibili” le produzioni alimentari primarie agricole e zootecniche. Per molti la sostenibilità è il ritorno agli antichi sistemi delle produzioni “estensive” basate su aziende agro-zootecniche inserite in contesti ambientali in cui piante e animali e uomo costituiscono degli “ecosistemi” rispettosi dell’ambiente.
Le produzioni “estensive” tradizionali non sono però in grado di fare fronte alle sempre più pressanti richieste di cibo da parte degli otto miliardi di persone che popolano la terra. Sono quindi nate le produzioni “intensive” che sono specializzate in specifici alimenti come gli allevamenti di bovini o di polli o di suini oppure meleti, vigne, campi di soia o di mais in cui gli spazi sono sfruttati in modo estremamente razionale.
Sono colture alle volte avulse dal contesto ambientale e che possono provocare danni di non poco conto come l’estinzione di specie vegetali e animali, la propagazione di malattie infettive, la contaminazione chimica degli alimenti, lo sviluppo di microrganismi farmacoresistenti.
L’Azienda Merk Sharp & Dohme (MSD Animal Health) ha deciso di approfondire il tema della sostenibilità con particolare riferimento alle produzioni zootecniche ed ha riunito un gruppo di esperti ai quali ha chiesto di discutere del problema nella prospettiva di un approccio scientifico OH. Dalla discussione è stato ricavato un “Libro Bianco sulla One Health” presentato a Roma il 28.11.2023 nella Biblioteca della Camera dei Deputati. (https://www.msd-animal-health.it/libro-bianco-one-health-dd/)
Alla base di una società “sostenibile” deve esserci il raggiungimento di un ottimo livello di salute pubblica e una utilizzazione razionale delle risorse naturali sostenibili; in pratica andrebbero evitati gli sfruttamenti irrazionali del territorio e anche moderare i consumi alimentari. Sarebbe però necessaria una maggiore conoscenza da parte dei cittadini dei processi produttivi e di come i loro comportamenti possono influenzarli . Sarebbe però necessaria un’azione di indirizzo da parte delle figure professionali coinvolte (medici, veterinari, biologi, ecc.).
L’attuale sistema produttivo alimentare deve essere rivisto e ripensato anche sulla spinta delle sollecitazioni che provengono dai cittadini. E’ molto diffusa l’opinione che le produzioni agro-zootecniche non siano rispettose del benessere degli animali e che le piante siano coltivate nel dispregio dell’ambiente. Molte cose stanno cambiando, come ad esempio la riduzione dell’uso di antibiotici in zootecnia, ma sono necessarie azioni ancora più incisive utilizzando anche le più recenti acquisizioni scientifiche. E’ molto importante che i cittadini siano portati a conoscenza degli sforzi fatti per migliorare la sostenibilità delle produzioni alimentari e che nelle loro scelte previlegino gli alimenti migliori anche se il loro prezzo è più elevato. In buona sostanza anche i consumatori debbono sentirsi parte integrante della OH.
La salute degli animali è strettamente connessa con quella umana soprattutto per quanto riguarda le malattie infettive. Ne esistono alcune (zoonosi) come la tubercolosi, la rabbia, la brucellosi di cui sono ampiamente note le modalità di trasmissione. Ce ne sono altre che invece sono confinate negli animali selvatici e che possono fare il “salto di specie” quando l’uomo vi si avvicina o addirittura li mangia. Il caso più recente è quello del Covid che dai pipistrelli o qualche altro animale selvatico è passato all’uomo.
Non bisogna dimenticare i numerosi benefici che derivano dalla convivenza con i “pet” che hanno una importante funzione di “facilitatori sociali” con importanti benefici per la nostra salute. La vicinanza con gli animali domestici, se non opportunamente gestita, può però esporre l’uomo a rischi sanitari. Oltre alla rabbia di cui si è già accennato ce ne sono altre meno gravi ma molto insidiose come ad esempio la Leishmaniosi. Per evitare pericoli dai “pet” è fondamentale il ricorso al medico veterinario che può fare una efficace azione preventiva.
Leggendo il libro si può facilmente capire che una corretta applicazione della OH può portare importati benefici per la salute pubblica e anche ridurre il pesante impatto antropico sull’ambiente. E’ però necessaria una forte collaborazione interdisciplinare tra scienziati, tecnici specializzati, allevatori, agricoltori, industria alimentare, chimica e farmaceutica e dei cittadini; questi ultimi sono forse gli “attori” più importanti che con le loro scelte possono condizionare i comportamenti dei produttori e anche salvaguardare il nostro ambiente.