Opportunità nella gestione degli alimenti?
Molti osservatori rilevano che, a causa della crisi economica, gli italiani hanno ridotto in modo significativo le spese per diversi prodotti inclusi i generi alimentari. La situazione è ritenuta molto preoccupante dal mondo produttivo ed anche da parte della distribuzione che vedono assottigliarsi gli utili. Non bisogna infatti dimenticare che sinora i cittadini sono stati costantemente bombardati da pressanti appelli a consumare, o meglio, acquistare il più possibile. Da molti anni, forse troppi, questi “inviti” sono stati recepiti e, a fianco di un ottimo sviluppo della filiera produttiva e distributiva degli alimenti, si è assistito ad un forte aumento dei consumi alimentari (che oggi si è assestato intorno ai 700-800 kg procapite annuo), ma anche ad un incremento degli sprechi che sembra essere dell’ordine dei 100 kg procapite annuo. L’aumento dei consumi alimentari è probabilmente la causa principale dell’obesità che si sta diffondendo in modo preoccupante nel nostro Paese.
La minore disponibilità di risorse economiche potrebbe avere come aspetto positivo quello di una razionalizzazione delle spese in quanto i cittadini dovrebbero acquistare quello di cui hanno effettivamente bisogno. Ciò si ripercuote positivamente sugli sprechi che potrebbero essere fortemente ridotti e magari anche sulla salute di qualcuno che decide di mangiare in modo più salutare.
Come accennato, molti acquisti sono influenzati da messaggi pubblicitari che tendono ad emarginare la concorrenza meno aggressiva. E’ evidente che la pubblicità ha dei costi che inevitabilmente vengono pagati dai cittadini. Le aziende che non fanno pubblicità o ne fanno poca allineano i costi dei loro prodotti a quelli delle aziende che fanno pubblicità ricavando ovviamente maggiori guadagni.
Quello che i consumatori non sanno è che tutti i prodotti alimentari reperibili dai mercati legali, hanno identiche caratteristiche di sicurezza anche se le qualità organolettiche possono essere diverse. La crisi sta insegnando agli italiani che si può risparmiare rivolgendosi anche agli hard discount senza correre pericoli per la salute. Di questa situazione possono beneficiare aziende agroalimentari di piccole dimensioni cui i consumatori possono rivolgersi con fiducia.
Potrebbero però avere dei contraccolpi negativi le tante produzioni tipiche e quelle biologiche che fanno del rispetto dell’ambiente un loro cavallo di battaglia. Queste produzioni, che generalmente danno rese più modeste, sono anche gravate da un sistema di controlli piuttosto oneroso che le rende meno competitive. Potrebbe essere utile snellire la burocrazia dei controlli e soprattutto ridurre i costi relativi per rendere accessibili i prodotti ad un maggior numero di cittadini.
In definitiva la crisi attuale potrebbe avere dei riflessi positivi sulla salute ed anche sulla nostra economia perché potrebbe funzionare come volano per stimolare la ripresa delle tante piccole aziende agrozootecniche italiane.