Uno dei problemi di cui spesso non ci rendiamo conto è quello dei parassiti che possono infestare la frutta. Non tutti forse ricordano che fino ad alcuni decenni orsono, non era raro trovare nella frutta in vendita negli esercizi commerciali larve di insetti (i piccoli vermi bianchi), che si scoprivano soltanto all’apertura del frutto.
Spesso si accendevano discussioni tra i fruttivendoli e i consumatori. I primi dicevano che non era colpa loro e i secondi pretendevano spesso di essere risarciti.
Al momento attuale questo problema è quasi scomparso nella frutta in commercio, ma rimane in quella ottenuta da alberi coltivati a livello domestico e che possiamo definire integralmente biologici.
Gli alimenti di origine vegetale sono soggetti ad essere attaccati da funghi, batteri, parassiti microscopici e anche insetti, che provocano danni anche molto consistenti e che la FAO stima possano ammontare anche al 40 % della produzione globale.
Come si eliminano gli insetti
Per ridurre e possibilmente eliminare queste perdite esistono diverse possibilità di intervento lungo la filiera di produzione, nel trasporto e la conservazione sono disponibili trattamenti fisici (calore, radiazioni, freddo). Nella fase di produzione primaria sono disponibili fitofarmaci e metodi biologici come le trappole con ferormoni per gli insetti oppure l’introduzione di “competitori” agli organismi dannosi.
Perché i vermetti
La spiegazione è semplice.
Tutto dipende da alcuni insetti che vivono in prossimità delle piante e che depongono le loro uova sui fiori oppure sul frutto in formazione e magari quasi maturo. Le uova si schiudono e si sviluppano le larve (appunto i vermetti) che per sopravvivere mangiano la polpa del frutto.
La salubrità del frutto non è compromessa in modo significativo, ma sono poche le persone disposte a mangiare senza problemi la frutta con i vermi. In molti casi le larve si sviluppano anche sulle piante provocando loro seri danni.
Metodi chimici in agricoltura
Gli agricoltori hanno imparato a combattere i parassiti e la ricerca scientifica ha messo a loro disposizione numerosi fitofarmaci ed in particolare quelli che uccidono gli insetti.
I più diffusi sono i piretroidi, i carbammati, i neonicotinoidi, gli organofosfati, alcuni estratti dei vegetali. Il loro impiego è sottoposto a norme molto rigorose per evitare danni agli operatori e, soprattutto la presenza di residui nella frutta e/o nelle verdure.
Alcuni di essi come l’estratto del piretro e l’olio di Neem, essendo di origine naturale, possono essere utilizzati anche nell’agricoltura biologica.
Gli insetticidi, sia chimici, sia naturali non sono selettivi per specifici insetti, ma li uccidono tutti, inclusi quelli utili come le api. Il problema del loro impiego non è quindi il pericolo di residui nella frutta, ma ambientale perché uccidendo gli insetti si alterano profondamente gli equilibri ecologici.
Esistono anche metodi biologici
Esistono poi i metodi biologici che sono decisamente più rispettosi dell’ambiente.
Essi consistono in trappole in cui sono presenti delle sostanze (ferormoni) in grado di attirare gli insetti e di allontanarli dalle piante.
Esistono anche degli insetti buoni, in grado di competere con quelli patogeni, evitandone la diffusione. Il settore della lotta biologica e in forte espansione e si spera che per il futuro prenda il sopravvento sull’impiego dei fitofarmaci chimici.
Resta il problema degli alberi da frutta familiari in cui la possibilità di una infestazione della frutta rimane concreto in quanto non sempre i proprietari hanno la necessaria preparazione per gestire i fitofarmaci e magari evitare la presenza di residui.
Conseguenze per i cittadini
Sono in molti ad essere preoccupati per la presenza di residui di fitofarmaci nella frutta e nella verdura.
Tale preoccupazione deve ritenersi infondata sia perché esistono norme rigorose per il loro impiego, sia perché i controlli effettuati dalle Autorità pubbliche dimostrano che i campioni irregolari sono meno dello 0.5 %.
Minori informazioni si hanno sull’impatto ambientale dei pesticidi che forse è il vero problema de paradossalmente può riguardare anche l’agricoltura biologica quando si usa l’estratto del piretro.
Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto RiGenerAzioni (finanziato dal MIMIT, D.M. 6/5/2022 art.5).
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