- il consumo dei farmaci deve essere limitato ai casi di effettiva necessità;
- evitare il fai da te e seguire i consigli del medico anche per i farmaci da banco che non necessitano di ricetta per il loro acquisto;
- seguire le istruzioni che il medico fornisce: ogni indicazione sulle modalità di assunzione ed in particolare se a digiuno o in associazione con gli alimenti;
- in ogni caso è di fondamentale importanza leggere le informazioni contenute nel foglietto illustrativo: in caso di dubbi rivolgersi al medico o al farmacista.
Prima colazione: interazioni tra alimenti, integratori e farmaci
La prima colazione è spesso l’occasione migliore per assumere integratori alimentari e, per chi ne ha bisogno, farmaci. Infatti si trova in una condizione di digiuno da diverse ore e lo stomaco è vuoto, per cui alcuni principi attivi e/o micronutrienti possono essere più facilmente assorbiti. Vediamo nel dettaglio di quali si tratta.
Integratori alimentari
In commercio è disponibile una grande varietà di integratori alimentari a base di sali minerali, aminoacidi, acidi grassi, estratti vegetali, probiotici, prebiotici, ecc. ai quali vengono attribuite importanti proprietà nutrizionali e, alle volte, anche la capacità di prevenire e curare alcune malattie. La loro immissione in commercio può avvenire soltanto a seguito di una registrazione da parte del Ministero della Salute e pertanto si deve ritenere che abbiano un elevato grado di sicurezza e che la loro efficacia sia comprovata.
Considerando che possono essere acquistati liberamente senza una prescrizione medica, prima del loro consumo è opportuno leggere attentamente il foglietto illustrativo che li accompagna. Le possibili interazioni tra alimenti ed integratori, infatti, non sono sempre facilmente prevedibili a causa della grande variabilità della composizione. Non si può però escludere che qualche principio attivo presente negli integratori reagisca con qualche componente della dieta riducendo la possibilità di assorbimento.
Un caso particolare è quello dei probiotici che esercitano la loro attività in quanto si tratta di microrganismi vitali; la contemporanea assunzione di sostanze antibiotiche naturalmente presenti in alcuni alimenti ne può limitare l’efficacia. Particolare attenzione, pertanto, deve essere fatta in presenza di malattie infettive che vengono curate con farmaci antibiotici per via orale; i probiotici possono essere molto utili per ripristinare la flora intestinale, ma debbono essere assunti dopo che gli antibiotici siano stati completamente assorbiti e siano assenti dal lume intestinale.
Farmaci
Molte persone, soprattutto anziane, hanno la necessità di assumere farmaci per prevenire o curare alcune malattie sia sporadicamente sia in modo continuativo. La via di assunzione orale è la più frequente e l’industria farmaceutica ha messo a punto molte formulazioni che consentono di renderli facilmente accettabili e soprattutto di fare in modo che i principi attivi siano realmente efficaci nel contrastare le malattie. Per tutti i farmaci “sistemici” è infatti importante che siano assorbiti e che entrino nel circolo sanguigno raggiungendo gli organi e/o i tessuti sui quali debbono esercitare la loro azione.
I farmaci, una volta introdotti nell’apparato digerente, prima di essere assorbiti devono superare la “barriera” gastrointestinale dove entrano in contatto con numerose sostanze chimiche organiche ed inorganiche “fisiologiche”, sviluppando reazioni che potrebbero limitarne gli effetti farmacologici. Per evitare questo problema sono state elaborate formulazioni in grado di evitare questo genere di reazioni; ad esempio esistono specialità medicinali “gastroresistenti” che consentono ai principi attivi di superare indenni l’acidità dei succhi gastrici.
Esiste però un altro problema rappresentato dal cibo che contiene migliaia di sostanze chimiche alcune delle quali molto reattive e in grado di interagire con altre sostanze con le quali vengono a contatto, inclusi alcuni farmaci. Sono molti, infatti, i casi ampiamente dimostrati di farmaci che vengono inattivati in modo più o meno significativo dalla interazione con alcuni alimenti.
Alcuni antibiotici della famiglia delle tetracicline, ad esempio, devono essere assunti separatamente dal latte e dai suoi derivati in quanto il calcio presente in questi alimenti ne diminuisce l’attività terapeutica. Gli alimenti ad elevato contenuto di vitamina K (pomodori, lattuga, verze, fegato) sono in grado di ridurre gli effetti dei farmaci anticoagulanti.
Ancora, la liquirizia può dare ipertensione ed ipotassiemia limitando gli effetti dei farmaci antidepressivi.
Le bevande alcoliche possono interferire significativamente sul metabolismo dell’insulina, creare irritazione sulla mucosa gastrica alterando i normali processi di assorbimento, agire sul sistema nervoso centrale influendo in modo significativo sugli effetti collaterali degli antistaminici e degli ansiolitici. Particolare è poi il caso del pompelmo che ha la capacità di inibire l’azione di enzimi (citocromi) presenti nel fegato che hanno la funzione di trasformare alcune sostanze riducendone la tossicità.
Il nostro organismo è in grado di trasformare la struttura di alcuni farmaci e può capitare che il principio attivo efficace sia diverso da quello che viene somministrato. Un esempio è rappresentato dalla Terfinidina che, grazie appunto all’azione del “citocromo”, viene trasformato in Fexofenadina che ha una attività antistaminica. In mancanza dell’attività del citocromo l’organismo assorbe direttamente la Terfinidina (che ha una azione cardiotossica) e le conseguenze possono essere molto gravi. Proprio a seguito della morte di una persona che aveva bevuto succo di pompelmo ed assunto contemporaneamente un farmaco a base di Terfinidina, la vendita del farmaco è stata proibita.
Le industrie farmaceutiche che intendono mettere in commercio un nuovo farmaco debbono infatti effettuare una complessa serie di studi che ne dimostri l’efficacia e, soprattutto, la sicurezza. Tra questi studi sono previste anche indagini sulle possibili interazioni tra alimenti e farmaco in studio. I risultati di queste indagini devono essere rese disponibili per evitare che i pazienti vadano incontro a pericolosi effetti collaterali; per questo motivo vengono riportate nei foglietti illustrativi che accompagnano le diverse specialità medicinali.
Ovviamente i medici sono a conoscenza dei potenziali effetti negativi nella interazione tra farmaci e alimenti e hanno un ruolo fondamentale per garantire la sicurezza dei farmaci.
I nostri consigli
I consigli che si possono dare sono i seguenti: