Probiotici, prebiotici e simbionti: cosa sono e dove trovarli

Agostino Macrì
4 Dicembre 2018
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I “probiotici” sono quei microrganismi che ingeriti in quantità adeguate contribuiscono a “potenziare” la funzionalità della flora batterica intestinale. I “prebiotici” invece sono sostanze non “digeribili” dai normali processi digestivi (come ad esempio la cellulosa) che però sono “attaccate “dai batteri che sono in grado di utilizzarli per il loro sviluppo. Gli alimenti che contengono contemporaneamente i “probiotici” e i “prebiotici” sono chiamati “simbionti”.

Cenni di fisiologia

L’intestino umano contiene un numero di batteri superiore al numero totale delle cellule che compongono il corpo, il cosiddetto microbiota intestinale, meglio noto come “microflora intestinale”. Ognuno di noi possiede circa 1,5 kg di batteri per una superficie intestinale complessiva di 400 metri quadri, l’equivalente di due campi da tennis. La flora batterica intestinale di ciascun individuo è diversa da quella di chiunque altro; potremmo paragonarla a una sorta di carta d’identità, nel senso che lo caratterizza in maniera peculiare. Non esiste, infatti, un intestino che abbia composizione identica ad un altro, siano essi appartenenti anche a due persone gemelle con le medesime abitudini alimentari.

Alla nascita, l’apparato gastrointestinale di un bambino è sterile, ma la sua colonizzazione inizia immediatamente dopo il parto ed è influenzata da una serie di fattori tra cui la dieta, la microflora intestinale e vaginale della madre, il contatto con il personale medico e infermieristico e le medicazioni cui il neonato è sottoposto. Poi man mano che il bambino cresce la composizione della microflora intestinale si assesta fino allo svezzamento.

La microflora intestinale è un ecosistema complesso, costituito sia da batteri benefici che da batteri nocivi. I batteri benefici svolgono una serie di azioni positive: potenziano il sistema immunitario, formano una barriera contro lo sviluppo di batteri e germi nocivi, ostacolano il passaggio di molte sostanze responsabili di allergie, producono utili vitamine (come la K e anche alcune del gruppo B) e degradano anche diversi composti tossici, impedendo che vengano assorbiti. Quando la microflora intestinale si trova nelle sue condizioni di normalità (o di equilibrio) significa che i batteri benefici, sono in grado di “tenere sotto controllo” i batteri nocivi grazie alle loro attività metaboliche. Una variazione nella composizione qualitativa o quantitativa della flora batterica  può compromettere la funzionalità dell’intestino, causando una serie di disturbi, quali ad esempio, meteorismo, diarrea, dolori e gonfiori addominali, stitichezza, intestino irritabile e malessere generale. I principali fattori che alterano l’equilibrio della microflora intestinale sono una dieta scorretta, lo stress fisico, uno stile di vita frenetico, l’età che avanza, alcune patologie (ad esempio malattie infiammatorie croniche dell’intestino) e l’utilizzo di alcuni farmaci (inclusi gli antibiotici).

Come e dove trovare i “probiotici”

Come accennato l’assunzione di microrganismi probiotici può favorire in modo significativo la funzionalità dei nostri processi digestivi. In pratica sono batteri buoni, capaci di passare indenni dallo stomaco e di arrivare vivi e vitali nell’intestino, dove contribuiscono all’equilibrio della flora batterica.

Tali microrganismi sono presenti in molti dei normali alimenti non sottoposti a trattamenti termici, ma la loro quantità è generalmente modesta.

Quantità molto importanti di “probiotici” li troviamo invece negli “yogurt”, in alcuni “integratori” e come “farmaci da banco”.

Yogurt. È il latte di vacca, di pecora, di capra o di bufala fatto fermentare con Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus; deve contenere  almeno 5×106 batteri vivi per grammo con uno dei due fermenti. Lo yogurt è quindi un alimento da classificare come derivato del latte arricchito di probiotici. Quando contiene anche altri prodotti alimentari (frutta, cereali, ecc.) che hanno una funzione “prebiotica” possono definirsi “simbionti”. Gli yogurt sono reperibili negli esercizi commerciali che vendono alimenti. Esistono anche degli alimenti vegetali, impropriamente chiamati yogurt, che contengono probiotici. I probiotici sono contenuti anche nei crauti (cavoli fermentati).

Integratori. Si tratta di preparati generalmente a base di latte, zuccheri o altri alimenti che servono come “supporto” per i probiotici. Il loro valore nutrizionale è modesto, ma contengono diversi miliardi di microrganismi. Anche questi prodotti sono reperibili nei normali esercizi commerciali di alimentari, ma anche su e-commerce.

Farmaci da banco. Sono prodotti costituiti da probiotici su supporti privi di un significativo valore nutrizionale. Possono trovarsi anche come liofilizzati. Sono raccomandati per ripristinare la flora batterica intestinale compromessa da malattie intestinali oppure a seguito di trattamenti antibiotici. Sono reperibili nelle farmacie e, trattandosi di prodotti da banco, per acquistarli non è necessaria la ricetta del medico. Sono anch’essi reperibili dall’e-commerce.

Conclusioni

Il consumo per via alimentare di prodotti probiotici è molto utile e non ci sono controindicazioni. In funzione delle proprie esigenze è possibile abbinarli agli alimenti e se ne può fare un uso abituale. Lo stesso uso si può fare con gli integratori. In situazioni “patologiche” (disturbi intestinali, trattamenti antibiotici, ecc.) è possibile ricorrere a specialità medicinali in cui i probiotici sono i principi attivi.

In ogni caso il consumo abituale di probiotici è può essere molto utile.

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