La lattoferrina è una proteina che, nel nostro organismo e in quello degli animali, si trova in molti liquidi biologici quali saliva, lacrime, secrezioni nasali e, soprattutto, nel latte, da cui il nome.
E’ importante sottolineare che la lattoferrina non contiene ferro.
Il suo ruolo fisiologico più importante è quello di “captare” il ferro in circolo e di veicolarlo nelle cellule e nei tessuti che ne hanno bisogno.
Proprio per questo motivo è molto importante per i neonati che si nutrono del latte materno.. L’unico ferro di cui dispongono i neonati è quello che “assorbono” dalla madre nel periodo fetale. Nel latte infatti il ferro è quasi del tutto assente, mentre è presente la lattoferrina. Quest’ultima è in grado di sfruttare al meglio le risorse di ferro presenti nel corpo dei neonati e di ridistribuirle nei tessuti che ne hanno bisogno.
In parole ancora più semplici la lattoferrina consente di sfruttare al meglio il ferro e di impedirne la perdita.
E’ stato anche scoperto che la lattoferrina ha un ruolo molto importante nei processi “difensivi” e di fatto consente all’organismo di reagire efficacemente agli attacchi che arrivano da virus e batteri. E’ stato ipotizzato che il meccanismo consista nel fatto che la lattoferrina sottraendo il ferro a virus e batteri ne ostacoli la replicazione.
Diversi studi hanno dimostrato che la lattoferrina è in grado di migliorare la risposta immunitaria e quindi di potenziare le capacità dell’organismo di difendersi dagli agenti patogeni. In particolare alcuni studi clinici preliminari hanno dimostrato l’efficacia della lattoferrina nel contrastare l’infezione da SARS.COV-2 tristemente nota come Covid 19, anche in associazione con alcuni farmaci.
Ma come gli Autori stessi degli studi tendono a sottolineare, sono necessari più ampi studi per poterne consentire l’utilizzazione come farmaco, poiché gli studi finora disponibili non sono sufficienti per una autorizzazione “formale”. Ricordiamo infatti che l’autorizzazione alla utilizzazione di un farmaco avviene con una procedura molto complessa che richiede la disponibilità di dati scientifici completi sulla efficacia e la sicurezza.
Meno complicata è l’autorizzazione a commercializzare gli “integratori“ alimentari in cui è sufficiente dimostrare che i singoli prodotti servono per sopperire a carenze nutrizionali o per migliorare le capacità nutritive dei nostri alimenti.
Gli studi sulle proprietà “farmacologiche” della lattoferrina, condotti anche in Italia, hanno avuto un grosso impatto mediatico e quindi c’è stata una richiesta da parte dei cittadini. Tale richiesta ha stimolato la fantasia e la creatività delle aziende farmaceutiche che si sono lanciate nella produzione di “integratori” alimentari a base di lattoferrina.
Trattandosi di integratori alimentari non è ovviamente possibile fare riferimento a proprietà preventive o terapeutiche, ma sapienti campagne pubblicitarie hanno lasciato intendere che si tratta di prodotti utili anche come farmaci. Infatti leggendo attentamente la descrizione che viene fatta degli integratori di questo tipo si può essere indotti a capire che si tratta di “parafarmaci”; inoltre il fatto che si vendono in farmacia, agli occhi di molti cittadini, rende meno netta la distinzione tra un integratore e un farmaco.
L’assunzione di integratori a base di lattoferrina non sembra comportare particolari benefici nutrizionali, mentre sembrano esserci degli effetti nel contrasto di malattie infettive e anche del Covid-19.
Considerando la grande facilità con cui si può accedere all’acquisto di integratori a base di lattoferrina, prima di acquistarli e consumarli, si consiglia di consultare il proprio medico che saprà indicare il comportamento più idoneo da tenere.
Autori: Andrea Ghiselli e Agostino Macrì