Nel corso dell’Assemblea annuale del 2017 dell’Assica (Associazione italiana dell’industria salumiera) è stato presentato il rapporto del Censis sul consumo di salumi da parte degli italiani nel 2016. Dal rapporto risulta che circa il 96 % degli italiani mangia salumi; di questi circa il 60 % li mangia più volte la settimana e circa il 36 % qualche volta al mese.
Quindi soltanto il 4 % circa non mangia mai salumi. In merito alla quantità che ne viene mangiata ci collochiamo al 16 ° posto in Europa con circa 20 kg procapite all’anno. In questa speciale classifica a primeggiare è Cipro seguita da Regno Unito, Danimarca, Germania, Spagna e via via tutti gli altri. Quindi nonostante il fatto che i salumi facciano parte della nostra tradizione, ci comportiamo in modo virtuoso e evitiamo gli eccessi.
Dai dati disponibili sembrerebbe quindi che il numero dei vegetariani e dei vegani nel nostro Paese non sia particolarmente elevato.
Riguardo al pericolo della concerogenicità dei salumi, le modeste quantità che consumiamo avvalorano i dati ottenuti dal Prof. La Vecchia che recentemente ha dimostrato che in Italia non esiste correlazione tra alcuni tumori e consumo di salumi.
Questo dato è particolarmente importante se confrontato con studi condotti in Paesi dove esiste un elevato consumo di salumi e carni rosse e dove è invece dimostrata una correlazione con l’aumento di incidenza di tumori.
Insomma non sono i salumi a fare male, ma le quantità in eccesso che se ne consumano.
La conclusione che si può trarre e che le modalità di produzione dei nostri salumi e le abitudini alimentari degli italiani si distinguono da quelle di altri Paesi; senza dover quindi modificare i nostri comportamenti possiamo continuare a mangiare tranquillamente questi alimenti.