Una nota autobiografica. Con mia moglie, in previsione di una festicciola in famiglia abbiamo abbozzato un menu che consisterà in pizza margherita casareccia (250 kcal/100 grammi) e panini all’olio farciti fatti in casa (solo i panini 300 kcal/ 100 grammi). Come “antipasto” serviremo delle arachidi e mandorle tostate (circa 600 kcal/100 g), delle patatine (oltre 500 kcal/100 g) e dei rustici (300 kcal/100 g)che acquisteremo.
Come bevande oltre all’acqua ci saranno bibite gassate, del succo di frutta (40 kcal/100 ml). Per alcuni degli adulti ci sarà anche vino (80 kcol/100 ml e birra (30-40 kcal/100 ml.
Il “Clou” sarà però una crostata che ho aiutato mia moglie a preparare seguendo scrupolosamente la seguente ricetta: mezzo chilo di farina, 250 grammi di zucchero, 250 grammi di burro, quattro tuorli d’uovo e oltre mezzo chilo di marmellata.
La crostata (già pronta) è risultata eccellente. Ho poi approfondito il suo valore nutrizionale. Senza entrare nei dettagli ho scoperto che abbiamo preparato un dolce che ha un totale di circa 7000 kcalorie.
Sulla base di quello che presumibilmente mangeremo e berremo la nostra “merendina” familiare ci arricchirà di ben oltre 1000 kcal a persona (per l’esattezza ho calcolato 1400 kcalorie.).
Ora mi domando: nel Regno Unito dove sulle etichette degli alimenti è stato imposto di mettere un semaforo “nutrizionale”, come si comportano con le crostate e la pizza casalinga?
Come fanno ad avvertire familiari e parenti delle calorie in esse contenute?
Ai miei parenti ospiti raccomanderò di bere preferibilmente acqua che ha zero calorie e di limitarsi con bevande gassate e vino.
Ma come farò a dire di mangiare con parsimonia la crostata che con tanta dedizione mia moglie ed io abbiamo preparato e che per ogni porzione contiene circa 500 kcalorie?
Forse devo attrezzarmi anch’io con un semaforo casareccio, ma certo sembrerei scortese nei confronti dei miei parenti; allora penso che sia preferibile tacere e guardare il lato positivo della convivialità .