Schwazer: doping o bistecca o altro?
Uno dei nostri migliori atleti, il marciatore Alex Schwazer, designato per partecipare alle prossime Olimpiadi in Brasile, è risultato positivo ad un esame antidoping per la presenza di steroidi nelle sue urine. I contorni dell’intera vicenda sono piuttosto nebulosi: sembra infatti che il prelievo dell’urina sia avvenuto nel mese di gennaio e che i risultati delle analisi siano stati diffusi con molto ritardo. Infatti l’atleta nel frattempo ha partecipato con successo a delle gare che gli hanno consentito di guadagnare la qualificazione per le Olimpiadi.
Con la diffusione dei risultati delle analisi la situazione si è ingarbugliata e per capire se il biglietto per Rio de Janeiro può essere emesso, bisogna aspettare le controanalisi che si faranno il 5 luglio. Nel frattempo Schwazer afferma di non essersi mai dopato e dice che alle sue spalle è stato ordito un complotto.
A complicare ulteriormente la faccenda ci si è messo l’avvocato difensore dell’atleta, Gerhard Brandstaetter, il quale alla tesi del complotto ha aggiunto il sospetto che a causare la positività sia stata una bistecca imbottita di ormoni che Schwazer avrebbe mangiato a Capodanno. Insomma un argomento di difesa di “riserva” nel caso che la tesi del complotto non possa essere dimostrata.
Questa argomentazione, già proposta con scarso successo da altri atleti in situazioni analoghe, potrebbe avere un effetto controproducente ai fini dell’intero procedimento.
E’ infatti noto che, contrariamente a quanto affermato dall’incauto avvocato, l’uso di ormoni anabolizzanti è severamente proibito in tutti gli allevamenti dell’Unione europea e che le carni eventualmente importate da paesi terzi ne debbono garantire in modo assoluto l’assenza di residui.
Bisogna aggiungere che ogni anno in tutti i Paesi della Ue, viene attuato un piano “residui” per accertare eventuali trattamenti illeciti. Sono ormai diversi anni che, in pratica, non si riscontrano positività per la presenza di residui di ormoni.
Oltre ai controlli ufficiali ci sono anche degli “autocontrolli” da parte dei produttori e dalle catene di distribuzione delle carni, che garantiscono la completa salubrità dei prodotti commercializzati.
Chiarito questo aspetto, la speranza è che le controanalisi consentano di chiarire ogni dubbio e che il nostro atleta possa gareggiare alle prossime Olimpiadi. Sarebbe quanto mai opportuno che il suo avvocato, prima di parlare di argomenti che non conosce, s’informasse in modo adeguato evitando di alimentare nuovi dubbi che finirebbero con il compromettere ulteriormente la delicata situazione in cui si è venuto a trovare Schwazer.