Le aziende alimentari, indipendentemente dalle loro dimensioni, debbono disporre di un sistema di autocontrollo per verificare la qualità e la sicurezza del cibo da loro prodotto. Esiste anche un imponente sistema di controllo pubblico con numerose strutture (ASL, “Repressione Frodi”, ARPA, Carabinieri NAS, capitanerie di Porto, ecc,) che, avvalendosi di Laboratori Ufficiali quali gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, sono impegnate quotidianamente nelle verifiche sugli alimenti in commercio.
Nei casi in cui dai controlli effettuati risultino delle anomalie, debbono essere prese delle misure per impedire che i consumatori vadano incontro a pericoli.
Azioni seguenti agli autocontrolli
Se una azienda scopre che i suoi prodotti sono irregolari deve evitare di metterli in commercio. Nei casi in cui il pericolo è stato accertato su prodotti già in vendita, l’azienda ha l’obbligo di informare i consumatori e di ritirare i lotti dei prodotti irregolari.
Il richiamo deve essere segnalato nei punti vendita in cui il prodotto è (o era) presente; inoltre è riportato nella specifica area del portale del Ministero della Salute. Queste azioni sono necessarie per informare chi avesse acquistato il prodotto potenzialmente pericoloso e consentirgli di restituirlo al rivenditore venendo ovviamente rimborsato. Se successivi controlli dimostrano che il pericolo è inesistente, sullo stesso portale sono riportate eventuali revoche dei richiami che, di conseguenza, garantiscono il cessato pericolo.
Il sito web del Ministero della Salute pubblica anche “Avvisi di Sicurezza” quando non è possibile intervenire in modo completo come esempio nelle vendite di alimenti o integratori alimentari per internet dove spesso il consumatore è ignaro dei pericoli cui può andare incontro.
Azioni seguenti ai controlli pubblici
I controlli pubblici riguardano l’intera filiera di produzione e distribuzione degli alimenti inclusi quelli di importazione ed eventualmente destinati alle esportazioni. Gli alimenti irregolari o semplicemente sospetti sono immediatamente sequestrati e sottoposti a vincolo sanitario fino al termine delle indagini. Se il pericolo è confermato, gli alimenti sono distrutti.
Come tutte le altre merci, gli alimenti possono liberamente circolare nell’interno della Unione Europea; per proteggere da pericoli potenziali i cittadini europei è stato istituito Il “sistema di allerta rapido comunitario” (RASFF). In pratica tutte le Autorità Sanitarie della UE notificano alla Commissione le irregolarità che vengono messe in rete in tempo reale.
Consultando il sito delle notifiche delle allerte comunitarie, tutti i cittadini possono essere informati dei pericoli comunicati alla Commissione.
Cosa fare per evitare allarmismi
Navigando in internet si possono trovare numerosi siti che riportano sia i richiami del Ministero della Salute, sia le notifiche del RASFF. Sono ottime iniziative che però alle volte vengono utilizzate in modo improprio. Ci sono casi di piccole partite di alimenti ritirati a scopo prudenziale da una azienda e che qualche blogger generalizza come un grave pericolo per l’intera comunità.
Dai bilanci annui delle notifiche comunitarie emerge che alcuni Paesi extracomunitari hanno cercato di introdurre nella UE ortaggi e frutta irregolari. Ci sono commentatori nazionali che sono stati in grado di affermare un grave pericolo per i nostri consumatori a causa di ortaggi di importazione che in realtà non sono mai arrivati nel nostro Paese perché ne produciamo in abbondanza.
Per evitare che i richiami e le notifiche delle allerte alimentari si trasformino in allarmismi o peggio ancora in azioni di concorrenza sleale, è opportuno consultare le fonti delle informazioni (Ministero della Salute e Sistema Notifiche RASFF).
Nei casi non chiari si suggerisce di chiedere informazioni a esperti qualificati che possono trovarsi anche presso le ASL. L’Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it e www.sicurezzalimentare.it ) mette a disposizione dei cittadini la propria esperienza nel settore.