Semi di albicocca: velenosi o anticancro?
Nel pieno della primavera cominciano a maturare molti frutti e tra questi anche le albicocche. Il loro consumo è altamente consigliabile in quanto la polpa è ricca di zuccheri, vitamine, sali minerali, antiossidanti e anche di fibra che facilita la funzionalità digestiva. Il nocciolo viene quasi sempre eliminato, ma non tutti sanno che in esso è contenuto un seme che è molto simile, anche come sapore, alle mandorle soprattutto quelle amare.
Non posso non ricordare che quando ero giovane vivevo in una casa di campagna e avevo qualche pianta di albicocche, abitualmente ne mangiavo i semi che apprezzavo anche per il loro sapore amarognolo e fortemente aromatico. Solo più tardi ho appreso che a rendere piacevole i semi di albicocca era un glucoside cianogenico che prende il nome di amigdalina o anche Vitamina B17.
Si tratta di una sostanza chimica naturale che una volta assunta con gli alimenti, nel nostro organismo libera il cianuro che è un potente veleno.
Il cianuro infatti ha la capacità di impedire il rilascio dell’ossigeno da parte dell’emoglobina bloccando la “respirazione” delle cellule. La dose letale varia da 0,5 a 3,5 mg per kg di peso corporeo e in pratica 50 mg di cianuro possono essere sufficienti per causare la morte di una persona.
Nei semi di albicocca il contenuto di amigdalina dovrebbe aggirarsi intorno ai 3 mg per seme.
L’EFSA ha esaminato la documentazione scientifica disponibile ed è arrivata alla conclusione che una persona adulta può consumare tre semi di albicocca al giorno senza incorrere in pericoli di intossicazione. Per i bambini invece la quantità sicura è di mezzo seme.
Perché l’EFSA ha valutato il pericolo di un alimento così poco consumato? La ragione è molto semplice: alcuni sostengono che i semi di albicocca sono alimenti che hanno una attività anticancerogena. Cercando di semplificare al massimo il meccanismo di azione, ritengono che il cianuro liberato dall’amigdalina (in questo caso chiamata vitamina B17) vada a colpire prevalentemente le cellule cancerose uccidendole. Per questo motivo molte persone acquistano i semi di albicocca sia in negozi specializzati sia tramite internet.
Lo scopo dell’EFSA è quindi quello di informare i cittadini di limitare l’eventuale consumo di semi di albicocca alle quantità sopra indicate per evitare di incorrere in gravi avvelenamenti.
In conclusione si consiglia di continuare a mangiare le albicocche in quanto, come tutta la frutta e in particolare quella fresca, sono ricche di nutrienti fondamentali per la nostra salute. Se volete, provate a mangiare anche i semi contenuti nel nocciolo evitando comunque di superare le quantità indicate dall’EFSA. Se acquistate i semi di albicocche fate molta attenzione a non eccedere nei consumi anche se qualcuno dovesse consigliarvi di mangiarne fino a una decina al giorno.