Siamo sicuri che gli OGM siano tutti pericolosi?
Sul blog “Madre Terra” è stato pubblicato un articolo di Vandana Shiva di cui è nota da tempo la sua posizione contraria ai vegetali OGM, ed in particolare del cotone. Oltre ai pericoli che possono derivare alla salute pubblica, lei pone l’accento sul fatto che in India esiste ormai un monopolio dei semi di cotone OGM in grado di condizionare pesantemente la vita dei piccoli agricoltori tanto da condurre migliaia di essi al suicidio. Altre fonti di informazioni riferiscono che le cause dei suicidi sono da correlare ai debiti contratti dai contadini e che non esiste alcun nesso con la coltivazione di cotone OGM.
E’ però vero che le piantagioni di cotone OGM in India sono ormai la stragrande maggioranza e che esiste un oligopolio di cui fanno parte una multinazionale, alcune società indiane ed anche una società del governo indiano che utilizza un seme sviluppato dal Central Institute for Cotton Research. Evidentemente lo stesso governo indiano ha valutato i rischi e i benefici che si possono ottenere dalla coltivazione del cotone OGM e sulla base di queste valutazioni ne ha consentito una ampia utilizzazione.
Come è noto, il cotone viene coltivato soprattutto per la produzione della “bambagia” da cui si ottengono pregiate fibre tessili. I semi contengono la sostanza tossica gossipolo che ne rende impossibile l’uso alimentare umano; sempre dai semi si ottiene un olio che trova applicazioni industriali.
Anche se nell’articolo di Vandana Shiva si parla prevalentemente dei semi di cotone OGM c’è anche un esplicito riferimento alla multinazionale che produce anche altri semi OGM e che, di fatto, avrebbe assunto una posizione di monopolio nel settore. L’opinione pubblica, anche sulla base delle posizioni della Shiva, è schierata nella grande maggioranza contro l’utilizzazione degli OGM nel loro complesso. Al contrario la quasi totalità degli scienziati che hanno una esperienza diretta nello studio degli OGM è decisamente favorevole. In pratica, le posizioni ideologiche hanno preso il sopravvento su quelle razionali e scientifiche e sembrano essere inconciliabili tra loro.
Soltanto i pochi addetti ai lavori sanno quali sono le grandi opportunità che possono derivare dallo sviluppo di nuove sementi OGM per combattere le malattie delle piante ed aumentarne la produttività anche in condizioni ambientali avverse. Una descrizione degli OGM e delle opportunità che ne possono derivare è stata fatta in un articolo pubblicato su Alimenta. La mancanza di informazioni corrette alimenta dubbi e perplessità: basti pensare che quando alcuni decenni orsono in Italia vennero introdotte le sementi di mais ibrido, i cui semi come è noto non sono adatti per coltivazioni successive, ci furono violente proteste che si affievolirono ben presto tanto che nel corso di poco tempo l’utilizzazione di sementi ibride di mais acquistate annualmente è divenuta consuetudine.
Per fornire informazioni adeguate è necessario disporre di dati scientifici certi provenienti da strutture di ricerca pubbliche di cui i cittadini hanno fiducia. Purtroppo però, almeno in Italia per il momento, questo tipo di ricerca non viene apprezzata e tanto meno finanziata. Chi invece continua a lavorare con molto impegno sono i potenti gruppi economici privati che investono notevoli risorse economiche nello sviluppo di nuove sementi e non solo OGM.
E’ innegabile che in un futuro non troppo lontano sarà necessario trovare metodologie alternative per produrre quantità sempre crescenti di cibo nel pieno rispetto dell’ambiente. Gli OGM potrebbero aiutare a raggiungere questi obiettivi, ma è assolutamente necessario dare spazio alla ricerca pubblica per non lasciare il monopolio delle conoscenze a pochi potenti gruppi economici. (Agostino Macrì, Fonte “Cibo e salute” de La Stampa del 8.5.2014)