Sicurezza della carne, quali differenze tra Stati Uniti e Unione Europea? 

Agostino Macrì
8 Aprile 2025
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Gli alimenti sono tra i principali oggetti degli scambi commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. La decisione del Presidente americano Donald Trump di innalzare i dazi doganali probabilmente farà risaltare le differenze in materia di sicurezza della carne, che riguardano procedure e sostanze vietate che sono invece permesse negli Stati Uniti. 

Vediamo quali sono. 

Ormoni anabolizzanti per far crescere gli animali 

Una prima differenza, storica, riguarda gli ormoni anabolizzanti usati per fare crescere gli animali.  

L’Unione Europea, con la Direttiva 96/22/CE, ha proibito l’impiego sia degli ormoni naturali, sia quelli di sintesi chimica. 

Negli USA è invece legale l’impiego degli ormoni naturali (estrogeni, progesterone, testosterone) e di quelli di sintesi chimica (Zeranolo, Trenbolone acetato, Melangestrolo).

Queste sostanze possono essere impiegate tramite impianti sottocutanei di formulazioni che ne consentono un lento rilascio, per cui l’azione anabolizzante si protrae nel tempo. Al momento della macellazione la zona in cui c’è stato l’impianto viene rimossa.  

Il divieto da parte delle UE è legato al potenziale rischio cancerogeno degli ormoni anabolizzanti e alla possibile interferenza endocrina. Inoltre, potrebbe essere compromesso il benessere degli animali trattati. 

Le Autorità sanitarie americane ritengono invece che eventuali residui nelle carni non comportino rischi per i consumatori. 

L’Europa non consente l’importazione di carni di animali tratta con ormoni anabolizzanti e l’importazione di carni dagli USA solo quando è certificata l’assenza di trattamenti ormonali. Per soddisfare questa richiesta, gli animali destinati all’esportazione sono allevati separatamente e non trattati. 

Beta agonisti per avere carni più magre 

Sono sostanze utilizzate come farmaci soprattutto per la cura di malattie respiratorie.  

Dosaggi elevati sono in grado di accelerare la lipolisi e nello stesso tempo viene stimolata la biosintesi proteica.  

Ne consegue che trattando gli animali da allevamento con queste sostanze si ottengono delle masse muscolare più sviluppate e con una minore quantità di grassi. In questo modo si ottiene una carne più magra e meno calorica.  

Gli animali trattati vengono però a trovarsi in precarie condizione di benessere a causa dell’effetto simil-adrenalinico causato proprio dai beta-agonisti.  

Inoltre, possono restare dei residui potenzialmente pericolosi per i consumatori ed in particolare per le persone cardiopatiche. 

A causa del pericolo dei residui e anche della possibile compromissione del benessere degli animali, l’UE non autorizza l’impiego dei beta agonisti in zootecnia. 

Negli USA è invece consentito l’impiego dei beta-agonisti Ractopamina nei suini e nei bovini e dello Zipaterolo per i bovini, a condizione che i trattamenti siano sospesi un tempo congruo prima della macellazione.  

In ogni caso l’UE non accetta di importare carne ottenuta da animali trattati con beta agonisti.                                                          

Ormone della crescita bovino 

Con l’ausilio delle biotecnologie, è stato possibile modificare geneticamente un batterio mediante l’inserimento del gene responsabile della produzione dell’ormone della crescita o somatropina (STH) bovina.    

Coltivando questo microrganismo OGM è possibile ottenere il STH identico a quello naturale bovino in quantità tali da poterlo utilizzare anche in zootecnia.  

Iniettando preparati a base di STH alle vacche, si ottengono produzioni di latte di circa il 10–20 % in più

Considerando che si tratta di una sostanza identica alla naturale, il problema dei residui è trascurabile, ma i vantaggi economici sono importanti e proprio per questo motivo gli USA ne hanno consentito l’impiego.  

Le Autorità sanitarie europee hanno osservato che i trattamenti con STH, anche a causa dell’eccessivo sfruttamento, possono compromettere lo stato di benessere degli animali e per tale motivo non è consentito utilizzarlo. 

Sanificazione delle carni contaminate 

Uno dei problemi più seri per la sicurezza della carne è la potenziale contaminazione con microrganismi patogeni che possono essere causa di infezioni.

Per evitarla è necessario adottare severe misure igieniche negli allevamenti e un controllo costante delle condizioni di salute degli animali. Quelli ammalati sono immediatamente abbattuti e se non è possibile bloccare la diffusione della malattia, si precede all’abbattimento di tutti animali suscettibili di infettarsi. 

Negli USA, come misura aggiuntiva, è possibile disinfettare le carcasse (soprattutto di polli) mediante trattamenti con soluzioni di acido acetico o acqua ossigenata o ipoclorito di sodio. È possibile anche utilizzare soluzione di acido lattico mediante irrorazione delle carcasse dei bovini. In questo modo si favorisce lo sviluppo di lattobacilli (che impediscono la crescita di altri batteri patogeni) e si accelera la frollatura della carne, che assume migliori caratteristiche organolettiche. 

In Europa non è consentito disinfettare le carni, ma è possibile impiegare acido lattico.  

La sicurezza della carne è sempre garantita? 

Sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea esiste l’obiettivo di fornire ai consumatori alimenti sicuri e a prezzi contenuti. Negli USA si ricorre a tecniche che consentono maggiori profitti, ma che non sempre tengono conto del benessere degli animali. 

Nell’UE, invece, si dà molta importanza al benessere degli animali ed esistono numerosi provvedimenti che definiscono le modalità di allevamento. Per quanto riguarda i residui di ormoni e beta-agonisti il problema è stato risolto impedendone l’impiego.  

La possibile contaminazione con microrganismi patogeni in UE si previene con l’applicazione di severe norme igieniche negli allevamenti. Negli USA eventuali contaminazioni si possono eliminare con la disinfezione chimica delle carni. 

In conclusione, negli Stati Uniti si dà maggiore importanza agli aspetti economico-produttivi rispetto all’Europa dove prevale la prevenzione, che comporta maggiori costi, ma che sembra anche fornire maggiore sicurezza della carne. 

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