Scorrendo i comunicati stampa delle Autorità Sanitarie e le informazioni provenienti dai media, non è raro imbattersi in notizie che parlano di contaminazioni con salmonelle delle carni avicole o delle uova che provocano infezioni umane. I focolai infettivi riguardano prevalentemente Paesi extracomunitari e tutto questo non è casuale, ma dipende dalle misure di prevenzione attuate negli allevamenti dei volatili nei diversi Paesi.
In quelli dell’UE le norme sono molto rigorose e garantiscono una ottima qualità igienico sanitaria dei prodotti avicoli. Lo stesso non si può dire di altri Stati.
Salmonelle e salmonellosi.
Le salmonelle sono dei microrganismi molto subdoli ampiamente diffusi nell’ambiente; possono raggiungere i polli negli allevamenti tramite mangimi e acqua contaminati, animali selvatici o sinantropi , la polvere e infine anche attraverso gli indumenti delle persone che lavorano a contatto degli animali. Per questo motivo i locali dove sono stabulati gli animali sono “isolati” e i mangimi sono sterilizzati.
Le salmonelle si trasmettono in modo verticale ovvero se le galline sono infette, le salmonelle passano nelle uova; se poi le uova sono fecondate e messe ad incubare, i pulcini che nascono sono a loro volta infetti. La malattia può decorrere in modo inapparente nei polli e nelle galline; purtroppo però le carni e le uova sono ugualmente contaminate dalle salmonelle e chi le mangia può contrarre la malattia.
Tale evenienza può verificarsi consumando carni e uova poco cotti. La sicurezza di assenza di pericoli si ha con una cottura superiore a 80° C.
La salmonellosi nell’uomo da origine prevalentemente a gastroenteriti con febbre vomito e diarrea a decorso quasi sempre benigno, ma in rari casi può anche risultare letale. La salmonellosi si può comunque curare con gli antibiotici, ma è sempre necessario ricorrere alle cure mediche.
Prevenzione della salmonellosi nei volatili.
L’Unione Europea ha definito delle regole rigorose da applicare negli allevamenti e che consistono nel controllo continuo degli animali con esami di laboratorio per la ricerca delle salmonelle. Se qualche soggetto risulta positivo si verifica se esiste la possibilità di bloccare la diffusione della malattia eliminando soltanto i soggetti infetti. Non è prevista nessuna possibilità di cura.
Normalmente però si procede ad abbattere e distruggere (stamping out) tutti gli animali potenzialmente esposti e a sostituirli con nuovi pulcini. In questi casi i nuovi soggetti debbono essere vaccinati.
La procedura prevista dall’UE è sicuramente molto costosa, ma estremamente efficace, tanto che le infezioni umane causate dalle carni avicole e dalle uova in Italia sono molto contenute.
La situazione è diversa in altri Paesi e in particolare negli USA dove la prevenzione negli allevamenti è meno rigida. Si preferisce invece agire a valle, trattando le carcasse dei polli con ipoclorito di sodio (la comune varechina). In pratica si tratta di una disinfezione che però non sempre penetra in profondità e le carni possono restare infette.
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