I vantaggi derivanti dall’impiego di ormoni per accrescere il peso vennero scoperti intorno agli anni ’50 con la “castrazione chimica” dei galletti con l’estrogeno di sintesi Dietililstilbestrolo (DES) per ottenere i capponi. Vennero poi fatti anche studi con gli ormoni androgeni, estrogeni e progestinici naturali e venne dimostrato che la loro somministrazione favoriva in modo significativo la crescita degli animali il cui peso poteva aumentare anche del 10-20 %. In quel periodo non esistevano regole precise e molti allevatori cominciarono ad utilizzare gli ormoni.
In modo quasi contemporaneo si scoprì che i residui presenti nelle carni erano molto pericolosi soprattutto per i bambini perché causavano gravi danni nei caratteri sessuali secondari quali telarca precoce nelle bambine e ginecomastia anche nei maschi.
Sulla base di queste osservazioni il nostro il Ministero della Sanità già nel 1964 emise un provvedimento che proibiva non solo il trattamento con sostanze ormonali, ma anche di detenerle. La posizione italiana è stata successivamente condivisa e adottata da tutti i Paesi dell’UE
In altri Paesi, ed in particolare gli USA, l’impiego di alcuni ormoni è stato invece consentito e lo è tuttora, anche se vengono adottate severe misure cautelative per evitare la presenza di residui come la macellazione degli animali dopo molto tempo dal trattamento e l’asportazione della zona in cui è stata fatta l’iniezione.
Le ragioni a favore dell’impiego degli ormoni sono legate ad un miglioramento quali-quantitativo della produzione di carne. Quelle contrarie sono invece la possibile presenza di residui nelle carni e anche il mancato rispetto del benessere animale in quanto con i trattamenti ormonali gli equilibri endocrini sono sconvolti.
Volendo riassumere la situazione ci troviamo gli USA che privilegiano gli aspetti economici degli allevamenti e l’UE interessata a tutelare maggiormente la sicurezza degli alimenti e il benessere degli animali.
Il Codex Alimentarius, organo scientifico internazionale della FAO e dell’OMS, ha tentato di risolvere la divergenza di opinioni tra UE e USA, ma non è stato trovato un accordo.
Questa situazione è stata più volte pretesto di ritorsioni commerciali e la presa di posizione di Trump è una riprova che il potere economico può andare anche contro gli interesse della salute pubblica.
Fortunatamente però il nostro Paese e l’UE la pensano diversamente; la speranza è che tengano duro anche a costo di esportare qualche bottiglia di acqua minerale in meno.