I cachi sono tra i frutti più rappresentativi della stagione autunnale. L’origine delle piante è asiatica e si ritiene che siano state tra le prime ad essere state coltivate dall’uomo. La loro grande adattabilità ai vari climi temperati ne ha consentito la diffusione in tutto il mondo e anche nel nostro Paese.
Il Paese dove si produce la più importante quantità di cachi è la Cina con circa 3 milioni di tonnellate annue, seguita dalla Spagna che ne produce circa mezzo milione di tonnellate; nel nostro Paese la produzione annuale si aggira intorno alle 50.000 tonnellate.
La varietà dei cachi
Ne troviamo diverse varietà con polpa più o meno consistente; alcuni si mangiano con il cucchiaino, altri invece si tagliano a spicchi e hanno la consistenza analoga alle pere o alle mele. Queste varietà in parte sono “spontanee”, altre invece sono il frutto di selezioni operate dai produttori oppure a seguito di ricerche scientifiche.
Valore nutrizionale e calorie
La buona quantità di zuccheri rende i cachi dei frutti molto gradevoli, oltre alla gradevolezza è interessante rilevare il loro valore nutrizionale.
Ogni cento grammi di cachi forniscono circa 70 kcalorie dovute essenzialmente al contenuto di zucchero (fruttosio) che varia dal 16 al 18 % in funzione della varietà e dello stato di maturazione.
Le proteine e i grassi sono inferiori al 1%, mentre è presente una buona quantità di fibra grezza (circa il 3,5 %) che con una sola porzione di cachi copre circa il 15% dei fabbisogni giornalieri. La quantità di acqua è intorno al 80 %.
I componenti presenti in piccole quantità, ma di fondamentale importanza nutrizionale, sono beta carotene (precursore della vitamina A), luteina, zeoxantina e vitamina C; il consumo di una porzione di cachi copre circa il 50 % dei fabbisogni giornalieri di queste vitamine. Si ricorda il ruolo molto importante di queste vitamine in vari processi fisiologici e in particolare li vista per la vitamina A e il mantenimento di un buono stato immunitario per la vitamina C.
I sali minerali presenti in una porzione di cachi e che coprono circa il 10 % dei fabbisogni nutrizionali giornalieri, sono il Potassio, il Ferro e il Calcio. Un aspetto positivo è rappresentato dalle piccole quantità di Sodio che incidono in misura modesta sui fabbisogni quotidiani.
Altre sostanze molto importanti per la nostra salute sono gli antiossidanti rappresentati soprattutto dai flavonoidi e dai tannini. Questi ultimi conferiscono un sapore “astringente” che si manifesta soprattutto nei cachi meno mauri che “allappano”.
Quanti cachi possiamo mangiare?
Le caratteristiche nutrizionali sopra menzionate rendono i cachi un ottimo alimento che, oltre ad essere gradevole, facilita e regolarizza i processi digestivi, contribuisce al mantenimento delle difese immunitarie e alla efficienza della vista. Una limitazione al consumo deriva dalla quantità relativamente elevata di zuccheri che obbliga le persone che soffrono di sovrappeso e, soprattutto i diabetici, a una moderazione. Come “dosaggio” si consiglia il consumo di un caco al giorno.
Quanto costano i cachi?
Il prezzo non è modesto e, almeno nella stagione del 2022, possiamo trovarli in vendita da 2,5 a 5 euro al kg. L’ampia variabilità di prezzo dipende da numerosi fattori.
Esiste un canale di vendita della grande distribuzione che alle volte stipula dei contratti con gli agricoltori prima della raccolta, garantendo loro l’acquisto dell’intera produzione nel rispetto di disciplinari di produzione a garanzia della qualità e sicurezza dei frutti; i prezzi di acquisto sono definiti alla stipula dei contratti
L’altro canale prevede il passaggio attraverso i mercati generali che sono strutture pubbliche dove la frutta viene controllata dalle Autorità Sanitarie che ne garantisce la qualità e la sicurezza; inoltre i mercati generali hanno una funzione di controllo sui costi per evitare speculazioni da parte degli operatori. Ovviamente anche la grande distribuzione può avvalersi dei cachi che transitano attraverso i mercati generali. Ci sono poi i grossisti. Si tratta di operatori che sono dotati di strutture dove viene immagazzinata la frutta per essere poi smistata nel più breve tempo possibile ai dettaglianti siano essi gestori di negozi, sia di banchi nei mercati rionali.
Esiste infine la distribuzione diretta degli agricoltori-produttori ai consumatori che può verificarsi attraverso svariate modalità (direttamente nelle aziende agricole, mercati contadini o nei banchi gestiti dagli stessi contadini nei mercati rionali).
In questo periodo (ottobre 2022) il prezzo all’ingrosso dei cachi oscilla tra 1,50 euro a 2,50 euro al Kg e si può stimare che al dettaglio ci sia praticamente un raddoppio. Certo si deve calcolare che si tratta di alimenti deperibili e che possono esserci delle perdite; queste ultime sono compensate dalla vendita a prezzi più bassi dei cachi meno “freschi”.
Anche se ci si dovrebbe aspettare una differenza di prezzo tra i vari canali di vendita, in pratica esso è quasi sempre uniforme verso l’alto. Il prezzo al supermercato è generalmente dello stesso ordine di grandezza di quello praticato dal “contadino”.
Conclusioni
Il consumo dei cachi è raccomandabile tenendo presente che è bene evitare gli eccessi soprattutto per chi è diabetico e per chi ha problemi di sovrappeso.
I cachi che troviamo in commercio sono sicuri e sta a noi scegliere quelli di migliore qualità. Considerando che i prezzi alla vendita piuttosto sostenuti, raccomandiamo di acquistare le quantità che effettivamente consumeremo evitando di dover buttare via dei cachi andati a male che, oltre a danneggiare le nostre tasche, aumentano gli sprechi alimentari.