Le Autorità sanitarie veterinarie olandesi, tedesche e belghe stanno vigilando con attenzione gli allevamenti bovini, delle pecore e delle capre, a causa di una malattia causata da un virus appartenente alla famiglia dei Bunyavidae e che ha preso il nome di “malattia di Schmallenberg” perché proprio in questa località è stata accertata per la prima volta in Europa. La trasmissione della malattia avviene mediante la puntura di insetti (culicoidi) che trasmettono il virus dagli animali ammalati a quelli sani.
La malattia negli animali colpiti si manifesta con una sintomatologia aspecifica quali anoressia, ipertermia, diarrea, calo della produzione del latte. Il vero problema riguarda gli effetti sui feti degli animali gravidi. Si è infatti osservata la comparsa di aborti o di gravi malformazioni nei neonati. Dalle informazioni scientifiche disponibili risulta che la malattia non colpisce la specie umana e quindi non si tratta di una zoonosi.
Esiste però il grave danno per gli animali in quanto non esiste ancora nessun vaccino per prevenirla e nessun farmaco per curarla. In questo periodo invernale gli insetti vettori sono praticamente scomparsi ed il pericolo che trasmettano il virus è inesistente. Si continua però ad osservare la comparsa di feti deformi in quanto presumibilmente le madri hanno contratto la malattia durante la gravidanza e gli effetti si possono vedere al parto.
La speranza è che con l’arrivo delle temperature miti, quando i culicoidi ricominceranno ad essere presenti, non ci siano più animali “serbatoi” dei virus. I focolai della malattia sono attualmente circoscritti ad una zona tra la Germania, l’Olanda, il Belgio e la Francia; le Autorità sanitarie sono impegnate in un monitoraggio costante e stanno prendendo tutte le misure per evitare il diffondersi della malattia.
Anche se per l’Italia non ci sono pericoli imminenti, il Ministero della Salute ha attivato tutte le strutture veterinarie del nostro paese per esercitare un vigilanza rigorosa per evitare un ingresso del virus nei nostri allevamenti. A questo proposito si ricorda che le attività di controllo dei Servizi Veterinari italiani, hanno impedito la diffusione di malattie come ad esempio la BSE e l’influenza aviaria che invece hanno fatto gravissimi danni in altri Paesi. Anche se si tratta di una malattia che colpisce soltanto gli animali sembra opportuno sottolineare che gli animali ammalati vengono immediatamente esclusi dalle produzioni zootecniche e che comunque la malattia viene trasmessa soltanto attraverso la puntura di insetti. Non c’è quindi nessun pericolo anche remoto con il consumo alimentare di latte o di carne ottenuti da animali che dovessero sfuggire ai rigorosi controlli che vengono effettuati.
Roma, 6 febbraio 2012